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Shopping Amore Mio: intervista a Valentina, personal shopper

La figura del Personal Shopper sta ormai prendendo piede anche nel nostro paese. Anche se la diffusione statunitense è molto lontana dalla nostra realtà, non è difficile trovare queste figure professionali in alcune realtà aziendali (hotel, negozi, grandi magazzini…) o nelle grandi città come Roma o Milano.
Per i pochi che non lo sapessero il personal shopper è una persona aiuta i propri clienti a scegliere e a comprare oggetti di qualsiasi tipo: abbigliamento, oggetti di arredamento, regali per le ricorrenze, ecc. Di solito accompagna i clienti per negozi, ma può anche acquistare gli oggetti per conto loro. Spesso si trasforma in un vero e proprio consulente d’immagine che si occupa di un look per una serata particolare, dei regali, di ricerche particolari o semplicemente di fare shopping per chi non ha il tempo di girare per negozi.
Ci sono persone che esercitano questa professione come free-lance, ma esistono anche agenzie di personal shopper a cui potersi rivolgere per ottenere un servizio più variegato e addirittura corsi di specializzazione per intraprendere questa professione. Per approfondire meglio l’argomento abbiamo intervistato Valentina, personal shopper a Milano.
Ciao Valentina, tanto per cominciare, parlaci un po’ di te…
Mi chiamo Valentina, ho 35 anni e nella mia vita ho fatto molte esperienze, anche se le due costanti del mio percorso sono da sempre la moda e il teatro. Ho lavorato in teatro come attrice e aiuto regista per anni, e contemporaneamente ho sempre seguito la mia inclinazione per l’arte dell’abbigliarsi. Dopo aver collaborato per anni con uno studio stilistico e di design milanese, ho scelto di diventare personal shopper per perseguire questa mia passione e costante ricerca. Ho avuto la fortuna di viaggiare molto e di poter entrare a contatto con culture diversissime dalla nostra. Questo mi permette di ricordare sempre che ciò che della moda mi interessa è soprattutto il privato e il quotidiano: ciò che scegliamo per rappresentarci ogni giorno nel mondo è qualcosa di più di un semplice modo di apparire, ha la potenzialità di esprimere il nostro mondo interiore. Ciò che indossiamo e scegliamo è una dichiarazione di idee, stati mentali, creatività, personalità. Attraverso il nostro stile mettiamo in scena noi stessi. In questo senso sento molto la vicinanza tra le mie due passioni: teatro e moda.
Personal shopper, una professione che si sta affermando velocemente anche in Italia, cosa ne pensi del fenomeno?
Da qualche anno si sta diffondendo anche dai noi questa professione che è già un classico all’estero. Credo sia una naturale evoluzione del concetto di servizi su misura di alta qualità diretti alla persona e al suo benessere.
Che tipo di clientela si affida ai professionisti dello shopping?
Una clientela molto varia: stranieri in visita, uomini e donne d’affari con i minuti contati che intendono spendere il loro tempo in un’attività ad alto rendimento qualitativo, persone facoltose che amano essere guidate e consigliate, persone alla ricerca di indirizzi segreti e nascosti, buyer, stylist e creativi in visita in città, signore che con le amiche vogliono concedersi il piacere di un trattamento personalizzato, mariti e innamorati in cerca del regalo perfetto per la loro signora, italiani in visita da altre città che arrivano per il classico shopping nella capitale della moda….diciamo che chiunque abbia il desiderio di vivere una giornata intensa di shopping qualitativo è un potenziale cliente.
Quali sono le fasce di prezzo per avere un personal shopper al proprio servizio?
Direi che chi si rivolge ad un personal shopper in genere è una persona disposta a pagare un servizio di qualità per ottimizzare tempo e risultati. Il mio obiettivo è quello di offrire una selezione di negozi e atelier che rappresentino il lusso non solo da un punto di vista della spesa, ma dell’esclusività e dell’unicità delle proposte. Prezioso non è ciò che costa molto, prezioso è ciò che fa palpitare il cuore.
Come si fa a capire se ci si sta affidando ad un personal shopper professionale?
Un personal shopper professionale è molto chiaro sin dal primo contatto riguardo tempi, costi, servizi offerti, tipologia di itinerario, disponibilità. Fa sentire il cliente subito al centro di un’attenzione discreta ma palpabile e riesce, con poche ma precise domande, a focalizzare gli obiettivi del cliente. In genere ha un sito web sul quale ci si può fare un’idea del tipo di servizio e offre sempre recapiti diretti e precisi. E’ in grado anche di fornire precise informazioni sul suo background di esperienze.
In che cosa il tuo progetto di personal shopping si differenzia dagli altri?
L’idea di fondo del mio servizio questa: nel vasto panorama di personal shopper che operano nelle principali città della moda e in particolare a Milano, Shopping Amore Mio si distingue perchè non si occupa solo della moda ufficiale che si vede nelle sfilate, che si compra nelle boutique istituzionali e che è suggerita sulle riviste di moda, ma si occupa di scovare a Milano i piccoli negozi di charme nascosti in vie poco conosciute, ma che rappresentano un mondo in qualche modo incantato che vale la pena esplorare. Lontano dalle vie principali della moda, sui Navigli, all’Isola e in vie poco trafficate, si nascondono piccole boutique, laboratori, artigiani e oggetti unici. Accompagno i clienti in questo percorso di shopping segreto e un po’ sognante in qualità di esperta di moda, ma soprattutto di amante della bellezza. Amo infatti valorizzare piccoli negozi, artigiani, artisti, creatori di pezzi unici, oggetti, piccoli abiti, accessori con un’allure fiabesco e di sogno. Nel mio itinerario c’è molto vintage, molti gioielli non preziosi per i materiali ma per la poesia che esprimono e oggetti d’arredo lievi come idee.
Ci sono delle scuole che preparano a questa particolare professione?
Stanno nascendo diversi corsi, veri e propri indirizzi di studi presso prestigiose accademie della moda e istituti di design. Credo sia un ottimo modo per iniziare e per prepararsi a questa professione interessante e sempre più richiesta, anche se poi è comunque necessario, come in tutte le professioni creative, il talento.
Tu come sei diventata personal shopper?
Ho lavorato per diversi anni nello studio di una nota stilista e designer milanese, ho respirato moda e idee, fatto ricerca di tendenze e di atmosfere, dialogato con persone dalla visione straordinaria. Negli stessi anni ho viaggiato molto negli Stati Uniti, Europa e Giappone e ho scoperto che la mia vera passione più che nel creare oggetti unici, consiste nell’ individuarli, scovarli, portarli alla luce, mescolarli, metterli in una certa posizione…e così per me è stato naturale decidere di utilizzare le mie conoscenze e la mia attitudine per condividere con altre persone ciò che trovo e ciò di cui mi innamoro.
Puoi dare 5 consigli a chi vorrebbe diventare come te personal shopper?
Innanzitutto consiglio di osservare la gente, le persone. Sempre in qualunque circostanza, in metrò, al bar, per la strada, in viaggio. Osservare la natura umana attraverso le sue espressioni esteriori ( i gesti, gli sguardi, il modo di portare gli abiti) è una pratica quotidiana che può insegnare moltissimo, non solo per questo lavoro.
Suggerisco inoltre di essere estremamente inclini alla curiosità: tutto ci parla, tutto è in relazione con tutto. A volte nel luogo meno impensato si nasconde un suggerimento, l’elemento mancante per giungere a un’intuizione, un’illuminazione. La curiosità tiene in moto la capacità di fare collegamenti, che è fondamentale per intuire una tendenza, o suggerire un look giusto.
Fondamentale è inoltre porsi sempre in un rapporto di dialogo attivo con il cliente: ascolto a 360 gradi, non dimentichiamo che la persona più competente riguardo il proprio stile di vita è il cliente. Noi siamo la guida, nonché l’esperto della città e dei negozi in cui ci muoviamo, ma il cliente è l’esperto di se stesso. Anche quando non ha idea di cosa scegliere, è importante suggerire avendo cercato di entrare in empatia con il suo vissuto, in modo da evitare di imporre scelte di per sé giuste ma inadatte alla persona che abbiamo di fronte.
Suggerisco di comprendere la storia del costume, sapere cosa sono stati gli anni 20, 30, 40 e 50…perché senza questa base si possono avere molte intuizioni riguardo ad un look, che però non sono sufficienti: chi fa questo lavoro ha bisogno di potersi affidare a certezze.
In ultimo, credo sia fondamentale amare la città in cui si decide di operare. Altrimenti difficilmente la città disvelerà i suoi tesori nascosti. Io amo molto Milano, che non è affatto solo capitale della moda e luogo di business, ma ha un’anima generosa anche se riservata, che si esprime nei giardini e cortili segreti, nelle chiese nascoste, nelle piccole boutique degli artisti.
Puoi rivelare a fashionblog qualche indirizzo fashionista milanese dove porti le tue clienti?
Mi viene in mente che sorprendentemente uno degli indirizzi più apprezzati, forse proprio perché inaspettato, è il negozio di giocattoli in legno dove porto tutti coloro che desiderano fare shopping anche per i loro bambini o per i figli di amici. All’apparenza non è un luogo fashion, ma per i valori che incarna risulta sempre affascinante e modernissimo, un luogo dove respirare aria di fiaba, di accordo tra gioco e immaginazione. Il negozio si trova in via Porro Lambertenghi, nell’affascinante quartiere Isola di Milano e si chiama Arte e Gioco.
Per gli altri indirizzi super glamour…beh non dovrei svelarli, sarebbe come rivelare gli ingredienti segreti della ricetta di uno chef, ma posso dare un suggerimento, sul mio sito www.shoppingamoremio.com ci sono diversi indizi…