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Lo 007 Daniel Craig vestirà Tom Ford

«Noi siamo stati scelti per la nostra qualità, non per denaro». Tra giustificazione e malizia, la co-direttrice della casa di moda Brioni fornisce al Times i motivi di uno scippo che sa di epocale: sarà Tom Ford a vestire Daniel Craig, l’attuale 007, nella prossima apparizione cinematografica. Dicono che ci sia stata un’asta per sovvertire le sartorie, addirittura un losco passaggio di banconote per aggiudicarsi una delle vetrine più ambite da chi vuol piazzare prodotti-simbolo di eleganza ed esclusività. Come poteva Tom Ford, in piena metamorfosi edonistica, neo-paladino di una trasgressione chic che scalfisce i pudori, lasciarsi scappare l’occasione di un’affermazione personale davvero decisiva?
Carlo Rossella, uno che di States – e di glamour – se ne intende, su La Stampa ci vede benissimo: «Tom Ford rappresenta oggi lo stile new global made in Usa capace di vestire tutto il mondo, tanto gli indiani quanto i cinesi, quanto gli abitanti della West Coast. Il nuovo look Tom Ford-James Bond sarà inequivocabilmente un grande affare. E a Hollywood in fatto di affari legati al cinema non sono secondi a nessuno».
Gli affari sono affari, certo, il planning di Ford prevede per la sua linea espansioni eccellenti (aperture prima a Milano, poi arriveranno Londra e Los Angeles): sarebbe perfetto poter legare al celebre agente segreto una campagna pubblicitaria stellare, in cui il marchio Tom Ford possa finalmente risaltare. La notizia doveva ancora rimanere segreta, ma è stata spifferata dall’azienda Eon. Facile capire come in casa Brioni non l’abbiano presa benissimo, tanto più che lo stesso Ford, in compagnia del braccio destro Domenico De Sole (anche lui transfugo Gucci), aveva pensato ad uno dei marchi storici del made in Italy insieme a Kiton e Canali – prima di scegliere Ermenegildo Zegna – per realizzare una proposta di lusso sartoriale più esclusiva possibile. Che finora si è evoluta in uno stato di inquietante indifferenza.
Così, dopo occhiali e profumi, la linea menswear non potrebbe aspirare a miglior clamore. Rimane il sospetto di una mossa pianificata a tavolino, non certo esente da rischi, perfettamente sottintesi dalle parole della responsabile costumi di James Bond, Lindy Hamming: «Bisogna stare attenti che gli abiti non siano troppo alla moda». O forse troppo spregiudicati?
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