
A French activist of Greenpeace International NGO wears a mask reading "Toxic" during a demonstration in front of a fashion store "Zara", on November 24, 2012 in Nice, southeastern France, to protest against hazardous chemicals in clothing. Greenpeace is campaigning to stop industry poisoning waterways around the world with hazardous, persistent and hormone-disrupting chemicals. The "Greenpeace Detox Campaign" launched in 2011 has exposed links between textile manufacturing facilities causing toxic water pollution in China, and many of the world's top clothing brands. AFP PHOTO / VALERY HACHE (Photo credit should read VALERY HACHE/AFP/Getty Images)
Anche Burberry prende posizione nella vicenda che, da circa un anno, ha mobilitato Greenpeace. La nota organizzazione, infatti, di è scagliata contro il settore moda reo di utilizzare sostanze chimiche nocive nella realizzazione di capi d’abbigliamento e accessori. Il problema è apparso in tutta la sua urgenza pochi giorni fa quando un rapporto di Greenpeace Asia ha denunciato la presenza di sostanze incriminate nei capi per bambini, indumenti che – è bene ricordare – vengono venduti in tutto il mondo.
Dopo tanto giustificato clamore anche Burberry, una delle maison più amate del mondo della moda, ha deciso di prendere posizione e si è impegnato con tutti i propri consumatori ad eliminare le sostanze chimiche pericolose dai propri prodotti.
La decisione è arrivata dopo circa due settimane di pressione da parte della stessa Greenpeace e dai consumatori di tutto il mondo, mobilitati soprattutto grazie ai social network. Chiara Campione, responsabile del progetto The Fashion Duel di Greenpeace Italia, ha così commentato la decisione del brand:
“Burberry ha fatto la mossa giusta e ha mantenuto la sua reputazione, seguendo l’esempio dato da Valentino un anno fa a tutte le case di Alta moda con l’impegno a eliminare le sostanze chimiche pericolose. È la prova che i grandi marchi ascoltano la voce dei consumatori quando questi si fanno sentire. Ora ci attendiamo passi concreti dell’azienda per garantire vestiti più sicuri per l’ambiente e la salute”
Burberry inizierà a produrre capi toxic free entro il 1° gennaio 2020 e, già da giugno, renderà note le informazioni sulle sostanze chimiche contenute negli scarichi dell’acqua dei suoi fornitori. Entro luglio 2006, invece, i perflorurati e i polifluorati, utilizzati per rendere i tessuti impermeabili, saranno banditi dalla filiera produttiva.
Fonte | Adnkronos moda