
Reddito di libertà, al via le domande dal 12 maggio - fashionblog.it
Dal 12 maggio 2025 è possibile richiedere il Reddito di Libertà: 500 euro al mese per le donne vittime di violenza, per favorire l’autonomia e l’uscita da contesti a rischio.
Da lunedì 12 maggio sarà possibile presentare la domanda per il Reddito di Libertà, un contributo pensato per le donne vittime di violenza domestica o relazionale. Si tratta di una misura istituita con il decreto del 4 marzo 2025, sviluppata dal Ministero per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, in collaborazione con il Ministero del Lavoro e il Ministero dell’Economia. Le modalità di accesso sono illustrate nella circolare INPS n. 54 del 5 marzo.
Il contributo consiste in 500 euro mensili, erogati in un’unica soluzione fino a un massimo di 12 mesi. Le somme potranno essere utilizzate per coprire spese legate all’abitazione, all’istruzione o alla formazione professionale. L’obiettivo è favorire l’autonomia concreta delle donne che hanno subito abusi e che intendono costruire un futuro indipendente, lontano da contesti di pericolo.
Il sostegno economico è compatibile con altre misure di assistenza, come l’Assegno di Inclusione, permettendo così un percorso più completo e personalizzato di uscita dalla violenza. Le risorse disponibili variano da regione a regione, e le domande saranno valutate in ordine cronologico, nei limiti dei fondi stanziati.
Come richiedere il contributo: requisiti e scadenze
Per accedere al Reddito di Libertà è necessario presentare il modulo SR208 presso il proprio comune di residenza. Il requisito fondamentale per l’ammissione è essere seguiti da un centro antiviolenza riconosciuto o dai servizi sociali territoriali, che dovranno validare la situazione della richiedente.

Le domande potranno essere inviate fino al 31 dicembre 2025, e non sono previste riaperture successive. Chi intende fare richiesta dovrà raccogliere in tempo utile tutta la documentazione necessaria. I Comuni, su indicazione dell’INPS, trasmetteranno le richieste validamente compilate agli enti competenti per l’istruttoria.
La misura si rivolge a donne di ogni età, con o senza figli, che abbiano interrotto o stiano interrompendo un percorso di convivenza violenta. Il contributo non è vincolato alla condizione lavorativa, ma serve a garantire una prima forma di indipendenza, in attesa di soluzioni più stabili.
Un aiuto concreto in un momento cruciale
Il Reddito di Libertà si inserisce in un contesto in cui, secondo gli ultimi dati, i casi di violenza domestica continuano a crescere, con situazioni in cui la dipendenza economica è uno degli ostacoli principali per lasciare l’abitazione del maltrattante.
Questa misura punta proprio a rompere quel vincolo economico, offrendo un sostegno immediato. Il coinvolgimento attivo dei centri antiviolenza e dei servizi sociali è determinante: non solo perché verificano le situazioni, ma anche perché accompagnano le donne nella compilazione della domanda, semplificando un iter spesso percepito come ostile.
La speranza è che questa misura possa diventare non solo uno strumento di sostegno temporaneo, ma anche un segno tangibile della volontà istituzionale di intervenire sul piano concreto, con risorse reali e accessibili. Chi lavora ogni giorno sul territorio sa bene che uscire dalla violenza non è mai un passo solo emotivo, ma spesso una scelta bloccata dalla paura e dalla precarietà.
Il Reddito di Libertà non cancella i problemi, ma può creare uno spazio sicuro da cui ripartire, con dignità e strumenti. Un’occasione, se colta e sostenuta nel modo giusto, per fare davvero la differenza.