
Sintomi e rimedi per difendersi dalle allergie stagionali - fashionblog.it
Con l’arrivo della primavera aumentano i casi di allergie ai pollini: sintomi, cause e rimedi per affrontare al meglio questa fase dell’anno.
La primavera è spesso associata a immagini di rinascita e giornate luminose, ma per molti coincide con l’inizio di un periodo complicato. Le allergie stagionali colpiscono in modo crescente, trasformando le passeggiate all’aria aperta in un’esperienza da evitare. Starnuti continui, naso chiuso, occhi che lacrimano e gola irritata: chi soffre di rinite allergica lo sa bene. Affrontare questa condizione richiede prima di tutto la consapevolezza di cosa la provoca e di come agire per limitarne gli effetti. Ogni anno il calendario pollinico si ripete, ma l’intensità dei sintomi cambia. E per chi ha una predisposizione genetica o vive in ambienti inquinati, il rischio aumenta notevolmente.
Pollini responsabili e periodo di maggiore esposizione
I disturbi tipici della rinite allergica sono legati principalmente alla presenza di pollini nell’aria. In primavera, a partire da marzo, iniziano a fiorire alberi come betulle, ontani e cipressi, che rilasciano quantità rilevanti di polline. La betulla, in particolare, è tra le piante più allergeniche presenti in Europa. Con l’avanzare delle settimane si aggiungono altri alberi come il platano e il pioppo, che amplificano il carico allergenico.

Aprile e maggio sono i mesi più critici. In questo periodo si concentra la fioritura delle graminacee, responsabili delle reazioni più comuni. Anche il tarassaco e l’ambrosia, pur meno noti, possono provocare fastidi, estendendo i sintomi fino a giugno. A seconda della zona geografica e delle condizioni climatiche, la stagione pollinica può variare leggermente, ma i disturbi restano gli stessi: naso che cola, occhi arrossati, voce alterata. La concentrazione del polline tende ad aumentare nelle prime ore del giorno e nelle giornate secche e ventose. Per questo motivo è fondamentale riconoscere i momenti critici per ridurre al minimo l’esposizione.
Cause genetiche, ambientali e sintomi più comuni
Alla base delle allergie primaverili c’è una risposta anomala del sistema immunitario a sostanze normalmente innocue come il polline. Chi ha una familiarità con allergie ha più probabilità di sviluppare queste reazioni, specialmente se vive in zone dove l’esposizione agli allergeni è elevata. Un ruolo importante lo gioca anche l’inquinamento: le polveri sottili e gli agenti presenti nell’aria urbana possono irritare le mucose respiratorie, facilitando la penetrazione del polline e aggravando la risposta allergica.
I sintomi possono essere più o meno intensi, ma di norma includono prurito al naso e agli occhi, raffreddore persistente, tosse secca, voce rauca e mal di testa. Alcuni accusano anche una difficoltà di concentrazione o un calo del sonno dovuto alla congestione nasale. Gli occhi sono particolarmente sensibili: la congiuntivite allergica provoca rossore, bruciore, gonfiore delle palpebre e lacrimazione continua. È frequente anche la visione offuscata, sintomo che peggiora con il contatto prolungato con l’ambiente esterno. Un’esposizione continuativa senza protezione può complicare il quadro clinico e condurre a problemi più gravi, come asma allergico o infezioni respiratorie ricorrenti.
Prendere sul serio questi segnali permette di prevenire peggioramenti e vivere la stagione con maggiore tranquillità. Conoscere i fattori scatenanti e sapere come limitarli è il primo passo verso un controllo efficace dei sintomi. E nei casi più persistenti, l’intervento di uno specialista può fare la differenza.