
Congedo Parentale com'è cambiato-fashionblog.it
Congedo parentale, diverse le novità apportate alla misura: previsti 3 mesi di stipendio quasi pieno. Ecco chi ne ha diritto.
La circolare Inps di Maggio 2025 ha reso note tutte le novità riguardo il congedo parentale, novità che sono tutte a favore del lavoratore dipendente e che prevendono ben 3 mesi di stipendio quasi pieno. La misura è stata rinnovata e rivalutata e accoglie le diverse richieste dell’associazioni dei lavoratori, che da tempo attendevano una cambio di marcia. Il congedo parentale permette ai neo genitori di tutelare e assistere il bambino durante i primi anni di vita e allo stesso tempo conciliare lavoro e gestione famigliare.
E’ sicuramente uno strumento importante per favorire la crescita personale, ma anche quella demografica. Il sostegno dello stato a quelle coppie che decidono di avere un figlio è determinante, inoltre consente di poter conservare il lavoro in modo sereno. Oggi la riduzione dello stipendio non è più così netta, anzi è stato disposto un aumento dell’indennità, con tre mesi retribuiti all’80%. Ma cosa è cambiato? E chi può chiedere il congedo parentale?
La novità più evidente riguardo l’aumento dell’importo. La misura può essere chiesta da entrambi i genitori, non insieme ma in alternativa, per i figli nati dal 1 Gennaio 2025 e per quelli il cui il congedo obbligatorio di maternità o paternità è terminato dopo il 31 dicembre 2024. Dal 2023 a oggi la legge di Bilancio ha introdotto in modo graduale l’aumento del congedo, apportandolo all’80% rispetto allo stipendio percepito.
Congedo Parentale, ecco chi può richiederlo
L’astensione facoltativa al lavoro nel caso di nascita di un figlio è una scelta che lo Stato non può che sostenere, e con il congedo parentale affianca i neo genitori. Oggi vengono riconosciuti almeno 3 mesi di stipendio quasi totale, una novità che mette in primo piano l’esigenze delle famiglie. Il congedo parentale è un diritto previsto dalla legge e i genitori lo possono richiedere fino al compimento di 12 anni di età del bambino o fino a 12 dall’accoglimento in famiglia in caso di adozione.

Può durare complessivamente fino a 10 mesi, tempo che i due genitori possono suddividere. Nel caso in cui il padre decide di astenersi tre mesi anche non consecutivi la durata può essere estesa a 11 mesi. La misura può essere richiesta dalla madre, dal padre, o da entrambi in forma alternata, e non contemporaneamente.
Si richiede all’Inps in via telematica, tramite cal center, o con l’aiuto dei patronati incaricati. La novità più acclarata apportata alla misura riguarda, oltre all’aumento dell’importo, anche la flessibilità visto che può essere richiesto anche in modalità giornaliera o solo per alcune ore.