
Lago delle Streghe, acqua color smeraldo e misteriose apparizioni - fashionblog.it
Il Lago delle Streghe, nel Parco dell’Alpe Devero, unisce la bellezza naturale a una leggenda antica. Un luogo sospeso tra realtà e mito, perfetto per escursionisti e sognatori.
Tra i boschi della Val d’Ossola, immerso nel territorio protetto del Parco dell’Alpe Veglia e dell’Alpe Devero, esiste un luogo che sembra fuori dal tempo. Il Lago delle Streghe, nascosto tra larici e pascoli d’alta quota, è un piccolo specchio d’acqua che, con le sue tonalità smeraldo e il silenzio che lo avvolge, continua a sorprendere chi lo raggiunge a piedi partendo dalla frazione di Crampiolo, in provincia del Verbano-Cusio-Ossola.
Non è un lago di grandi dimensioni, ma il paesaggio che lo circonda basta a renderlo uno dei luoghi più suggestivi dell’arco alpino occidentale. In autunno, quando il foliage colora le chiome di arancio e rosso, l’effetto visivo diventa quasi pittorico: le montagne si specchiano sull’acqua, gli aghi dei larici si adagiano sulla superficie come piccoli messaggi lasciati dal vento. La quiete è quasi assoluta, interrotta solo dal suono dei passi sull’erba o dal crepitare lieve di un ruscello poco distante.
Chi cammina verso il lago lo fa spesso in silenzio, per non spezzare l’atmosfera. C’è chi fotografa, chi si siede in disparte, chi tocca l’acqua con le dita. Lo scenario non è solo bello: è vivo, e parla. E non a caso, da secoli, intorno a questo lago circola una leggenda che lo ha reso famoso, nonostante la sua posizione isolata.
Il racconto della ragazza e delle due acque
La leggenda del Lago delle Streghe non ha una data precisa, ma si tramanda da generazioni nella zona. Parla di una ragazza del posto, tradita dal suo promesso sposo, che disperata si inoltra nei boschi alla ricerca di pace. Incontra una donna anziana seduta su un masso, intenta a tessere. La donna ascolta la sua storia in silenzio, poi le propone di seguirla.
La conduce in una grotta nascosta tra le rocce, dove altre donne tessono nell’ombra. Due pozze brillano nel buio. Nella prima, la giovane vede il volto del suo ex mutarsi in qualcosa di irriconoscibile, consumato e privo d’amore. Nella seconda, un volto mai visto, sereno e luminoso, che le parla di una pace diversa, lontana dalle passioni umane.

La ragazza sceglie la seconda immagine. A quel punto la pozza esplode in una luce bianca. Dove prima c’era il vuoto, compare il lago. Da quel momento, si dice, l’acqua svela verità nascoste, ma solo a chi guarda con sincerità. Il luogo, secondo il racconto, è rimasto intatto da allora. Chi lo visita può ancora percepire una strana trasparenza, quasi irreale, nel colore dell’acqua e nell’eco ovattata della valle.
Dove leggenda e paesaggio si fondono in un solo respiro
Il Lago delle Streghe non è soltanto un punto panoramico da raggiungere con scarponi e macchina fotografica. È un frammento di mito incastonato in un angolo alpino ancora poco toccato dal turismo di massa.
Rientra nei percorsi escursionistici del Parco Naturale dell’Alpe Veglia e dell’Alpe Devero, zona di tutela ambientale tra le più importanti del Piemonte. Il sentiero che conduce al lago è adatto anche a famiglie e camminatori non esperti. La frazione di Crampiolo, da cui parte l’ultima parte del percorso, è raggiungibile in estate con servizio navetta o a piedi, in poco più di un’ora dal parcheggio di Devero.
Il lago, incorniciato da rocce, abeti e larici, diventa in ogni stagione un luogo diverso. In primavera emergono i colori tenui dei prati, in estate domina il verde, in autunno esplode il rosso. E anche d’inverno, con il gelo che lo copre, conserva intatta la sua atmosfera.
Chi si ferma qui, anche solo per pochi minuti, torna indietro con un’immagine impressa nella mente. Che sia per la luce particolare, per il silenzio o per il riflesso delle nuvole, il Lago delle Streghe resta uno di quei luoghi che non si dimenticano facilmente.