
Allerta acciughe Vicente Marina: il lotto 25150 può causare crampi e nausea - fashionblog.it
Richiamato un lotto di Vicente Marina per eccesso di istamina: confezioni da 50 g da restituire. A rischio crampi, nausea ed eritemi. Tutti i dettagli ufficiali.
Un lotto di acciughe in olio d’oliva commercializzato in Italia è stato ritirato dal mercato per la presenza di istamina oltre i limiti di legge, sostanza potenzialmente tossica per l’uomo. Il Ministero della Salute, con una nota pubblicata il 6 luglio 2025, ha avviato il richiamo urgente delle confezioni da 50 grammi a marchio Vicente Marina, riferite al lotto 25150, con termine minimo di conservazione fissato al 30 maggio 2026. Si tratta di un prodotto importato dalla Spagna e destinato alla grande distribuzione italiana.
La comunicazione riguarda lotti prodotti dall’azienda Conservas y Salazones Linda Playa S.A., con sede a Colindres, nella regione spagnola della Cantabria, e venduti in Italia dalla Comarcon Sas di Giuseppe Marino & C. Lo stabilimento interessato riporta sull’etichetta il marchio di identificazione ES 12.00747/S CE.
Il consumo del prodotto segnalato può provocare intossicazioni di tipo istaminico, con sintomi che vanno da mal di testa e nausea a crampi addominali ed eritemi cutanei. Il Ministero raccomanda a tutti i consumatori di verificare attentamente le confezioni acquistate e, se corrispondenti al lotto indicato, non consumarle. È possibile restituirle al punto vendita, dove si ha diritto al rimborso o alla sostituzione.
Istamina negli alimenti: perché è pericolosa e come agisce
L’istamina è una sostanza naturale prodotta dalla degradazione delle proteine nei pesci, in particolare nelle specie ricche di istidina, come acciughe, tonno e sgombri. In condizioni di cattiva conservazione o interruzione della catena del freddo, i batteri responsabili della fermentazione possono trasformare l’istidina in istamina in concentrazioni elevate.
Il consumo di alimenti contaminati può causare la cosiddetta “sindrome sgombroide”, che si manifesta entro poche ore dall’ingestione. I sintomi comprendono rossore del viso, malessere diffuso, vomito, diarrea, palpitazioni e bruciore alla bocca. In alcuni casi, soprattutto nei soggetti sensibili, le reazioni possono essere anche gravi.

La normativa europea impone limiti precisi sulla quantità massima di istamina negli alimenti: per i prodotti trasformati della pesca, come i filetti in olio, il livello non deve superare i 100 mg/kg. Superata questa soglia, il prodotto viene considerato non sicuro per il consumo umano e deve essere ritirato immediatamente.
Proprio per questo motivo, le aziende alimentari sono tenute a monitorare rigorosamente tutta la filiera, a partire dalla pesca e dalla conservazione a bordo, fino al confezionamento e alla distribuzione. Eventuali falle in questo processo possono dar luogo a contaminazioni che sfuggono ai controlli iniziali ma vengono scoperte durante i test successivi.
I richiami alimentari nel 2025 e l’importanza del controllo sulla filiera
L’allerta lanciata per le acciughe Vicente Marina rientra in una serie di richiami alimentari registrati in Italia nel 2025. Secondo i dati diffusi da Il Fatto Alimentare, da gennaio a oggi sono 124 i richiami notificati, relativi a 341 prodotti distribuiti da diverse aziende e marchi.
Una parte significativa di questi casi riguarda prodotti ittici conservati, come acciughe e tonno, che risultano particolarmente esposti a rischi microbiologici e chimici. L’istamina, in particolare, continua a rappresentare una delle cause più frequenti di ritiro dal mercato.
Il Ministero della Salute invita i cittadini a verificare regolarmente le etichette e a consultare i canali ufficiali per restare aggiornati su tutte le notifiche di richiamo, ritiri e revoche. In caso di dubbi, è sempre possibile contattare i servizi di igiene pubblica o fare riferimento al sito ufficiale www.salute.gov.it, dove viene pubblicato l’elenco aggiornato dei prodotti non conformi.
Il caso Vicente Marina dimostra ancora una volta quanto sia importante la tracciabilità, il controllo lungo tutta la catena produttiva e l’informazione corretta ai consumatori. Evitare il consumo di prodotti contaminati significa prevenire rischi concreti per la salute, anche quando l’alimento in questione può sembrare perfettamente integro al momento dell’acquisto.