
Questo disgustoso parassita potrebbe vivere dentro di te - fashionblog.it
Dolori addominali, prurito e perdita di peso possono nascondere una parassitosi intestinale. Ecco cosa sapere su sintomi, cause e cure efficaci.
Mangiare fuori casa, viaggiare o anche solo trascurare qualche abitudine igienica può bastare per contrarre un’infezione da parassiti intestinali. Organismi invisibili o appena visibili a occhio nudo, capaci di insinuarsi nell’intestino umano e provocare sintomi spesso sottovalutati. Non si tratta solo di Anisakis e sushi, ma anche di protozoi come la Giardia o vermi come ossiuri e tenie, che possono introdursi nel corpo attraverso alimenti contaminati, acqua infetta o contatto con superfici sporche. Individuare l’origine dell’infezione è il primo passo per eliminarla e prevenirla.
Le principali forme di parassiti intestinali: come agiscono e cosa provocano
I parassiti intestinali si dividono in due grandi gruppi: protozoi e vermi. I protozoi, come la Giardia lamblia, sono organismi unicellulari capaci di replicarsi direttamente nell’intestino e scatenare diarrea cronica e malassorbimento. Bastano acqua contaminata o verdure mal lavate per introdurli nel corpo. I vermi, come gli ossiuri, gli ascaridi o la tenia, sono invece organismi pluricellulari, più grandi, spesso visibili nelle feci. Non si moltiplicano nell’uomo, ma rilasciano uova che possono essere ingerite o introdursi nella pelle.

Tra i più frequenti c’è l’Enterobius vermicularis, responsabile di un intenso prurito anale, soprattutto nei bambini. I cestodi come la tenia arrivano dalla carne cruda o poco cotta e possono crescere fino a nove metri nell’intestino. Gli ascaridi sono più diffusi in aree con scarsa igiene e causano dolori, tosse e disturbi intestinali, mentre la Giardia colpisce chi viaggia in zone tropicali o beve acqua non potabile. L’Anisakis, invece, è un nematode che si contrae mangiando pesce crudo contaminato, e può provocare dolori acuti e reazioni allergiche.
I sintomi cambiano a seconda del tipo di parassita, ma i più comuni includono dolori addominali, gonfiore, nausea, diarrea persistente, perdita di peso e, in casi più seri, anemia. In alcune situazioni può manifestarsi anche dispnea, soprattutto quando le larve migrano attraverso i polmoni. La diagnosi si basa su esami delle feci e test sierologici, che consentono di individuare uova, larve o protozoi.
Come si trasmettono i parassiti intestinali e cosa fare per prevenirli
Le modalità con cui si contraggono i parassiti intestinali sono spesso legate a comportamenti quotidiani sottovalutati. Tra le cause principali c’è il consumo di alimenti contaminati, come carne cruda o pesce non abbattuto, e di acqua non potabile, ma anche il contatto con superfici sporche, scarsa igiene personale o viaggi in paesi tropicali con standard sanitari più bassi. Le mani, le stoviglie e gli alimenti non lavati sono i principali veicoli di trasmissione, soprattutto nelle case con bambini piccoli o animali domestici.
Per evitare di essere infettati è fondamentale adottare misure preventive semplici ma efficaci. Lavarsi accuratamente le mani, cuocere bene carne e pesce, disinfettare frutta e verdura, evitare il consumo di acqua non trattata e mantenere puliti ambienti e superfici domestiche riduce il rischio. Attenzione anche ai viaggi in zone esotiche: in queste situazioni conviene seguire indicazioni sanitarie locali, bere solo acqua in bottiglia e evitare cibi crudi.
In caso di infezione, il trattamento si basa su farmaci antiparassitari. Per i protozoi, come la Giardia, si utilizza spesso il metronidazolo, mentre per i vermi si ricorre ad albendazolo o mebendazolo. Nel caso delle tenie può essere prescritto il praziquantel. Accanto ai farmaci, alcuni studi riportano l’efficacia di rimedi naturali come l’aglio crudo, grazie all’allicina, un principio attivo con proprietà antiparassitarie, anche se la sua efficacia non è equiparabile a quella dei trattamenti medici.
Chi manifesta sintomi persistenti o sospetta un’infezione dovrebbe evitare cure fai-da-te e rivolgersi al proprio medico. La corretta identificazione del parassita è essenziale per impostare una terapia mirata. In molte situazioni, soprattutto nei bambini, può essere utile affiancare alla terapia antiparassitaria anche un supporto nutrizionale, per evitare squilibri dovuti al malassorbimento.