
Donne che si considerano brutte in estate - fashionblog.it
In estate molte donne si vedono più brutte: perchè accade questo e quali sono le motivazioni alla base del fenomeno?
L’estate porta con sé la voglia di leggerezza e di scoprirsi, ma per molte donne diventa anche un momento di grande disagio rispetto alla propria immagine corporea. Secondo un’indagine due italiane su tre si sentono a disagio nel mostrare il proprio corpo con abiti estivi, una sensazione che si manifesta soprattutto nel genere femminile e che può trasformarsi in un disturbo psicologico noto come dismorfofobia o disturbo da dismorfismo corporeo (Ddc).
Dismorfofobia: quando la percezione di sé diventa patologica
La dismorfofobia è caratterizzata da una preoccupazione eccessiva e ossessiva per difetti percepiti nell’aspetto fisico, spesso minimi o inesistenti agli occhi degli altri. Questa condizione, che interessa prevalentemente il viso ma può riguardare qualunque parte del corpo, si manifesta con comportamenti ripetitivi come il continuo controllo allo specchio, la ricerca costante di rassicurazioni e l’evitamento delle situazioni sociali.
Come spiega Antonella Somma, professoressa di Psicologia clinica all’Università Vita-Salute San Raffaele, «la soglia tra normale insoddisfazione e disturbo si supera quando il disagio diventa pervasivo e compromette la qualità della vita». Nei casi più gravi, i pazienti si rivolgono ripetutamente a dermatologi o chirurghi estetici, senza mai trovare sollievo, perché dopo un intervento emergono nuove presunte imperfezioni.

La dismorfofobia si presenta prevalentemente nelle donne, con un esordio tipico durante l’adolescenza, un periodo critico per lo sviluppo dell’immagine corporea. Uno studio britannico su oltre 7.600 giovani tra 11 e 19 anni ha confermato la diffusione significativa del disturbo proprio in questa fascia d’età. Tra i fattori di rischio si annoverano esperienze di trascuratezza, abbandono, abuso o episodi di bullismo, più frequenti nelle donne, oltre alla forte pressione sociale e culturale sulla perfezione estetica.
Esiste anche una variante maschile, la dismorfia muscolare o vigoressia, che si manifesta con la paura ossessiva di avere un corpo troppo esile e il desiderio compulsivo di aumentare la massa muscolare, fenomeno in aumento negli adulti di sesso maschile.
Il disturbo da dismorfismo corporeo è inserito nel DSM-5 tra i disturbi ossessivo-compulsivi e si caratterizza per:
- Preoccupazione per difetti fisici non osservabili o minimi agli altri;
- Comportamenti ripetitivi di controllo (es. guardarsi allo specchio, toccare la parte percepita come difettosa);
- Distress significativo che compromette la vita sociale, lavorativa o scolastica;
- Assenza di altri disturbi che giustifichino le preoccupazioni estetiche.
Chi soffre di dismorfofobia spesso non ha consapevolezza della natura psichica del problema e tende a nascondere il disagio per vergogna o imbarazzo. Questa mancanza di insight può rendere difficile la diagnosi precoce. Inoltre, il disturbo si associa frequentemente ad ansia, depressione e aumento del rischio suicidario, mentre la relazione con i disturbi alimentari è meno diretta di quanto si pensi.
Trattamenti e prospettive terapeutiche
La terapia più efficace per il disturbo da dismorfismo corporeo è la psicoterapia, in particolare la terapia cognitivo-comportamentale, che aiuta a modificare i pensieri ossessivi e i comportamenti compulsivi. Nei casi più gravi può essere affiancata da farmaci antidepressivi, soprattutto SSRI come la fluvoxamina. Recenti studi suggeriscono potenziali benefici anche da tecniche di stimolazione cerebrale non invasiva, come la stimolazione magnetica transcranica (rTMS), già utilizzata nei disturbi ossessivo-compulsivi.
Nonostante la natura cronica del disturbo, la prognosi è positiva se affrontata con un trattamento adeguato: tra il 50% e l’80% dei pazienti mostra miglioramenti significativi, con riduzione dei sintomi e miglioramento della qualità della vita. La consapevolezza della dismorfofobia è cresciuta anche grazie a esponenti del mondo dello spettacolo che ne parlano apertamente.