
Diabete, scoperto il vero rischio - fashionblog.it
La gestione del diabete richiede quindi un approccio multidisciplinare che coinvolga diabetologi, cardiologi e medici di medicina generale.
Il diabete si conferma un fattore di rischio cruciale per le malattie cardiovascolari, un legame spesso sottovalutato che porta a un aumento significativo di infarti e ictus tra i pazienti diabetici.
Nel corso dell’incontro organizzato dall’Associazione Diabetici di Parma, il cardiologo Stefano Baccarini ha approfondito le connessioni tra questa patologia metabolica e le complicanze cardiache, sottolineando l’importanza della prevenzione e del controllo glicemico per limitare i danni.
Il legame tra diabete e malattie cardiovascolari
Il diabete non si limita a condizionare i livelli di glucosio nel sangue, ma incide profondamente sulla salute vascolare, accelerando l’aterosclerosi e aumentando la vulnerabilità all’accumulo di placche nelle arterie. Baccarini ha spiegato come l’iperglicemia cronica danneggi progressivamente i vasi sanguigni, favorendo la formazione di placche aterosclerotiche che possono causare eventi gravi quali infarto, ictus, angina o ischemia critica agli arti inferiori.
Questa condizione patologica, definita dallo specialista come “polidistrettuale”, riguarda non solo il cuore ma anche altri distretti vascolari come le arterie carotidi e quelle periferiche, aumentando il rischio complessivo di eventi cardiovascolari.
Profilo lipidico e fattori di rischio aggiuntivi
Oltre al danno diretto sui vasi, il diabete altera il metabolismo lipidico, peggiorando il profilo con un aumento dei trigliceridi e del colesterolo LDL “cattivo” e una riduzione del colesterolo HDL “buono”. Questo squilibrio contribuisce in modo determinante alla progressione dell’aterosclerosi, aggravando il rischio di complicanze cardiovascolari.
Secondo gli ultimi dati Istat 2024, il diabete colpisce circa il 5% della popolazione italiana, superando i 3 milioni di persone, e la sua prevalenza cresce con l’età, raggiungendo il 20% tra gli over 75. La maggioranza dei casi riguarda il diabete di tipo 2 (90%), con una crescita prevista per i prossimi anni, che comporterà un impatto sempre più rilevante sul sistema sanitario.
Alla combinazione di iperglicemia e dislipidemia si aggiungono altri fattori come ipertensione, insulino-resistenza e fumo, che moltiplicano il rischio cardiovascolare nei pazienti diabetici fino a due o tre volte rispetto alla popolazione generale.
Prevenzione e gestione integrata
Per contrastare queste complicazioni, Baccarini ha ribadito l’importanza di un controllo rigoroso della glicemia, associato a un approccio globale che prevede anche la gestione del peso, un’alimentazione equilibrata e l’attività fisica regolare (almeno 150 minuti di moderata intensità o 75 minuti intensi a settimana).

La dieta mediterranea, ricca di fibre, verdure, legumi, cereali integrali e grassi insaturi come l’olio extravergine di oliva, è indicata per migliorare sia il controllo glicemico che quello lipidico. È consigliato ridurre zuccheri semplici, grassi saturi e sale, preferendo proteine magre come pesce e carni bianche. Alimenti funzionali quali la frutta secca, semi di lino e pesce azzurro apportano acidi grassi omega-3, utili per ridurre l’infiammazione sistemica e proteggere il sistema cardiovascolare.
Sul fronte farmacologico, le nuove terapie, come gli agonisti del recettore GLP-1 e gli inibitori di SGLT2, si sono dimostrate efficaci non solo nel migliorare il controllo glicemico ma anche nel ridurre il rischio di eventi cardiovascolari e di scompenso cardiaco. Parallelamente, rimane fondamentale l’uso delle statine per abbassare il colesterolo LDL e il controllo aggressivo dell’ipertensione con farmaci specifici.
L’eliminazione del fumo e il mantenimento della pressione arteriosa sotto il target di 130/80 mmHg completano il quadro di una strategia preventiva efficace.
Ogni intervento, anche minimo, rappresenta un passo importante verso una vita più sana e una migliore qualità di vita per chi convive con questa patologia.