
Lo pulisci meno del dovuto, ma è proprio lì che si annida la polvere più ostinata - www.fashionblog.it
Un elemento domestico spesso dimenticato, il battiscopa, raccoglie polvere e segni di usura. Sapere come trattarlo in base al materiale è essenziale per conservare l’igiene e l’estetica delle stanze.
Il battiscopa accompagna silenziosamente ogni stanza della casa. Nato per proteggere la parte bassa dei muri, nasconde le imperfezioni di posa del pavimento e completa la linea estetica dell’ambiente. Eppure, nonostante la sua presenza costante, finisce spesso dimenticato. Proprio lì si accumulano polvere, schizzi e segni di pittura, soprattutto dietro ai mobili o negli angoli più difficili da raggiungere. Trascurarlo significa compromettere l’igiene domestica, perché diventa un ricettacolo di sporco che si sedimenta nel tempo. Non a caso chi si occupa di pulizie approfondite sa che il battiscopa, per la sua posizione, richiede attenzioni mirate e non generiche.
Rimuovere la polvere e i residui quotidiani
La prima operazione, semplice ma essenziale, è spolverare. La polvere tende a scendere e a posarsi in basso: se non eliminata con costanza, crea un bordo scuro lungo le pareti. Per facilitare il lavoro si può utilizzare un piumino cattura polvere con manico lungo, utile a non piegarsi di continuo. Chi preferisce una pulizia più precisa può ricorrere alla lancia dell’aspirapolvere, capace di seguire il profilo del battiscopa senza lasciare spazi.

In alcuni casi, specialmente nelle abitazioni più datate, la fessura tra il muro e il battiscopa trattiene residui di polvere e piccoli detriti. Qui uno spazzolino da denti diventa insostituibile: le setole entrano nelle intercapedini e rimuovono lo sporco che resisterebbe a panni o scope. Una volta completata l’operazione, conviene passare un panno umido ben strizzato, capace di trattenere le ultime particelle senza lasciare acqua in eccesso.
L’ordine delle pulizie ha il suo peso. È bene occuparsi dei battiscopa alla fine, dopo aver lavato pavimenti e superfici, perché la polvere spostata tende sempre ad accumularsi in basso. Così si evita di dover ripetere il lavoro e si garantisce un risultato più uniforme. Un gesto che richiede pochi minuti, ma che incide sull’aspetto complessivo della casa.
Pulizia in profondità: marmo, gres e legno a confronto
Quando non basta spolverare, entra in gioco il lavaggio vero e proprio. Ed è qui che la natura del materiale fa la differenza.
Il marmo, elegante e diffuso, è un materiale poroso che non tollera sostanze acide. Prodotti comuni come aceto o limone lo corrodono lasciando segni opachi. Meglio puntare su acqua calda e detergenti neutri, passando con una spugna morbida. Per macchie resistenti si trovano in commercio soluzioni specifiche per marmo, capaci di pulire senza intaccarne la brillantezza.
Il gres porcellanato, molto utilizzato nelle abitazioni moderne, è più resistente. Qui basta una miscela di acqua calda e poco sapone liquido. In presenza di segni di pittura o aloni, un panno in microfibra leggermente abrasivo permette di intervenire senza graffiare.
Il legno, al contrario, richiede cautela. Essendo un materiale vivo e sensibile ai liquidi, rischia di gonfiarsi se esposto a troppa acqua. È preferibile passare un panno appena inumidito e asciugare subito con un panno asciutto. Per mantenerne la resa estetica si possono applicare cere naturali, che oltre a proteggere donano luminosità.
Un rimedio diffuso in ambito domestico è la candeggina delicata fatta in casa, con una piccola percentuale di acido citrico. Questo composto, se dosato con attenzione, aiuta a igienizzare senza risultare aggressivo, ma va usato evitando superfici in marmo o legno, che potrebbero danneggiarsi.
Nei casi più difficili, come segni lasciati da mobili o scarpe, una semplice gomma per cancellare può rivelarsi sorprendentemente utile. Strofinata sul punto interessato, rimuove i segni da battiscopa verniciati e da quelli in ceramica. Una soluzione rapida che spesso evita interventi più invasivi.