
Bonus per donne lavoratrici, come fare domanda - Fashionblog.it
Arriva un Bonus dedicato a questa categoria di donne lavoratrici: quali documenti preparare e come fare domanda.
Sta per arrivare un nuovo bonus dedicato alle madri lavoratrici, con erogazione prevista a dicembre 2025. Il sostegno economico, introdotto dall’articolo 6 del decreto 95 del 2025, è rivolto a lavoratrici dipendenti o autonome che siano madri di almeno due figli.
Si aggiunge all’incentivo già attivo dal 2024 destinato alle lavoratrici con contratto a tempo indeterminato e almeno tre figli. È importante distinguere le caratteristiche e i requisiti dei due bonus per capire a chi spettano e come richiederli.
Le caratteristiche del nuovo bonus mamme 2025
Il bonus mamme 2025 sarà erogato in un’unica soluzione entro dicembre e coprirà l’intero anno con un importo di 40 euro al mese, pari a 480 euro annui. La misura interessa diverse categorie di lavoratrici, sia dipendenti che autonome, con alcune specifiche riguardanti l’età dell’ultimo figlio e la tipologia contrattuale. Il bonus sarà riconosciuto alle seguenti categorie:
- Lavoratrici dipendenti, comprese le apprendiste, con almeno due figli, di cui l’ultimo non deve aver compiuto 10 anni nel 2025;
- Lavoratrici autonome iscritte alla Gestione separata Inps o a casse previdenziali private, con almeno due figli, l’ultimo con età inferiore a 10 anni nel 2025;
- Madri con tre o più figli con contratto a tempo determinato, con l’ultimo figlio minorenne (sotto i 18 anni nel 2025);
- Madri autonome con almeno tre figli minorenni nell’anno 2025.
Si tratta quindi di un sostegno che tiene conto sia del numero di figli sia della natura del rapporto lavorativo, distinguendo tra contratti a tempo determinato, indeterminato e attività autonome. Per ottenere il bonus, è necessario rispettare un limite di reddito annuo pari a 40 mila euro. Questo limite va valutato anche in casi di doppio impiego o part-time: per esempio, una lavoratrice con due contratti, uno stabile e uno part-time, deve considerare solo il reddito derivante dal rapporto di lavoro stabile per il rispetto della soglia. Lo stesso vale se l’attività secondaria è autonoma con regime forfettario.

Sono escluse dall’incentivo le lavoratrici domestiche, come colf, badanti e baby sitter, nonché quelle con rapporti di lavoro basati su prestazioni occasionali regolamentate dal decreto legge 50 del 2017, anche se si tratta di contratti a termine. Parallelamente al nuovo bonus, resta attivo l’incentivo per le madri lavoratrici con almeno tre figli e contratto a tempo indeterminato, in vigore dal 2024 e valido fino al 2026. Questo bonus si traduce in una decontribuzione sui versamenti previdenziali Inps per la quota a carico del lavoratore, pari al 9,19%
Il datore di lavoro continua a versare i restanti contributi, mentre la parte di contributi risparmiata si traduce in un bonus equivalente che viene riconosciuto in busta paga. Il limite massimo annuo per questo incentivo è fissato a 3.000 euro, e la domanda per accedervi dovrà essere presentata attraverso il portale Inps, seguendo le modalità che saranno specificate nel decreto attuativo in fase di pubblicazione.
Le differenze tra i due bonus stanno dunque nel numero di figli richiesti, nella tipologia contrattuale e nelle modalità di erogazione: il bonus 2025 per madri con due figli copre anche lavoratrici autonome e con contratti a termine, mentre l’incentivo per madri con tre figli riguarda solo le dipendenti a tempo indeterminato e si traduce in una riduzione contributiva. L’arrivo di questa nuova misura rappresenta un ulteriore riconoscimento del ruolo cruciale delle madri lavoratrici nella società e nell’economia, con l’obiettivo di supportare concretamente la conciliazione tra lavoro e famiglia.
