
Microperle a base di tè verde: un’innovazione nella gestione dell’obesità fashionblog.it
Una recente ricerca condotta da un gruppo di scienziati ha messo in luce il potenziale di nuove microperle commestibili.
Le microperle, sviluppate combinando polifenoli del tè verde, potenti antiossidanti, con vitamina E, sono progettate per legarsi alle gocce di grasso presenti nell’intestino, bloccandone l’assorbimento. Una speciale pellicola derivata dalle alghe protegge queste microperle dall’acidità dello stomaco, garantendo la loro efficacia nell’apparato digerente.
Nel corso di uno studio sperimentale pubblicato su Cell Biomaterials, ratti sottoposti a una dieta ricca di grassi (60% di grassi, decisamente superiore alla media umana del 35-40%) hanno perso circa il 17% del loro peso corporeo dopo l’assunzione delle microperle. Oltre alla riduzione della massa grassa, gli animali hanno mostrato un miglioramento della salute epatica e una diminuzione dei livelli di lipidi nel sangue, senza manifestare effetti collaterali o alterazioni della glicemia.
I ricercatori sottolineano come il loro approccio si integri perfettamente con uno stile di vita “normale”, offrendo un metodo non invasivo e delicato per contrastare l’assorbimento dei grassi e supportare la perdita di peso. Yue Wu, coautrice dello studio, ha dichiarato: «Le microperle agiscono direttamente nell’intestino bloccando l’assorbimento dei grassi in modo gentile e non invasivo».
Un’alternativa promettente ai farmaci GLP-1 e alla chirurgia
I farmaci GLP-1, come semaglutide (principio attivo di Ozempic e Wegovy), sono attualmente tra le terapie più efficaci per l’obesità, ma presentano limiti come effetti collaterali, costi elevati e controindicazioni per alcuni pazienti. Nella ricerca cinese, infatti, il semaglutide ha mostrato di abbassare la glicemia nei ratti ma ha anche provocato fluttuazioni che potrebbero innescare fame e stanchezza.
Le microperle, invece, hanno dimostrato un’efficacia simile all’orlistat, un farmaco approvato dalla FDA per bloccare l’assorbimento dei grassi, ma senza causare gli effetti gastrointestinali spesso associati a quest’ultimo. Orlistat, infatti, può provocare problemi digestivi perché il grasso non assorbito permane nel colon, mentre le microperle favoriscono l’eliminazione naturale del grasso senza interferire con la digestione o l’energia.
Junling Guo, professore e bioingegnere responsabile del progetto, ha spiegato: «Il nostro obiettivo è offrire un approccio più morbido, potenzialmente più accessibile economicamente, che possa essere utilizzato quotidianamente e integrato alle terapie esistenti, in attesa di dati clinici sull’uomo».

Tutti gli ingredienti delle microperle sono di grado alimentare e singolarmente approvati dalla FDA, anche se la formulazione complessiva non ha ancora ottenuto il via libera regolatorio. Nel frattempo, Novastra Therapeutics, una biotech con sede a Boston fondata da Guo, ha avviato la produzione su scala industriale e una sperimentazione clinica sull’uomo è in corso in Cina, con risultati preliminari attesi entro il prossimo anno.
Le microperle, quasi prive di sapore, potrebbero essere facilmente integrate in alimenti di uso quotidiano o trasformate in sfere simili alle perle di tapioca per dessert o bubble tea, ampliando così le possibilità di assunzione senza modificare le abitudini alimentari.
L’obesità rimane un’emergenza globale, con circa 890 milioni di adulti colpiti, ed è la quarta causa di morte nel mondo. L’eccessivo consumo di grassi alimentari è uno dei principali fattori di rischio associati a patologie come diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, ictus e tumori maligni. Limitare l’assorbimento dei grassi tramite strategie alimentari innovative appare quindi una promettente frontiera nella prevenzione e nel trattamento dell’obesità.
Lo studio cinese rappresenta un primo passo verso lo sviluppo di nuove soluzioni alimentari che agiscono sull’assorbimento dei lipidi, ma ulteriori ricerche sono necessarie per confermare sicurezza, efficacia e applicabilità clinica a lungo termine. Gli autori, infatti, evidenziano come i risultati ottenuti siano ancora esplorativi e non abbiano superato la fase preclinica.
L’innovazione proposta dal team di ricerca del Sichuan è sostenuta dalla volontà di trovare soluzioni che rispettino il naturale processo digestivo e che possano aiutare chi, per motivi medici o personali, non può assumere i farmaci attualmente disponibili o desidera un’opzione meno invasiva.
Il futuro della lotta all’obesità potrebbe quindi passare attraverso microperle a base di ingredienti naturali, capaci di bloccare l’assorbimento dei grassi con un meccanismo semplice, efficace e privo di effetti collaterali, aprendo nuove strade per il benessere e la salute pubblica.