
Valloria, il borgo delle porte dipinte: un’arte diffusa tra gli antichi carrugi(www.fashionblog.it)
In una Liguria ricca di storia e tradizioni artistiche, spicca una piccola frazione, un vero e proprio museo a cielo aperto.
Conosciuto come il borgo delle porte dipinte, questo suggestivo villaggio medievale è diventato una tappa imperdibile per gli amanti dell’arte contemporanea e della cultura ligure, soprattutto nel mese di settembre, periodo ideale per una visita.
Situato a circa quindici chilometri da Imperia, Valloria è un piccolo borgo di appena 34 abitanti, immerso nel verde delle colline e degli uliveti tipici della Liguria. Ma ciò che lo rende davvero unico è il fatto che qui esistono più di 160 porte dipinte, ciascuna trasformata in un’opera d’arte a sé stante. Le porte di case, stalle, cantine e magazzini sono diventate le tele di giovani talenti e artisti di fama internazionale, che dal 1994 animano il paese con murales dai soggetti vari: paesaggi, figure fantastiche, scene di vita quotidiana e tradizioni locali.
L’iniziativa, promossa dall’associazione locale Amici di Valloria, ha dato nuova linfa al borgo, attirando ogni anno visitatori e artisti che partecipano all’evento estivo “A Valloria fai baldoria”. Questa festa, che unisce cultura e gastronomia, vede la creazione di nuove opere durante l’estate, arricchendo costantemente il patrimonio artistico del paese.
Un percorso guidato tra le porte dipinte e i murales più suggestivi
Per chi teme di perdersi tra le strette vie acciottolate, è disponibile un percorso consigliato che permette di ammirare tutte le porte decorate, oltre a numerosi murales che impreziosiscono i muri del borgo. La passeggiata inizia dal grande murales all’ingresso del paese, raffigurante la tradizionale raccolta delle olive, simbolo di una cultura agricola radicata nel territorio.
Seguendo le indicazioni poste vicino alle tre fontane centrali, si possono osservare scene toccanti e vivaci: dagli ulivi rigogliosi alla donna che cerca di afferrare una bottiglia su una mensola alta, dall’uomo con l’ombrello alla bambina che entra a scuola, simbolo della storia e della vita di Valloria. Ogni porta racconta una storia diversa, rendendo impossibile stilare una classifica delle opere più belle.
Nel cuore del borgo si trova inoltre un antico oratorio, oggi sede del Museo delle cose dimenticate, che conserva macchinari e attrezzi della tradizione contadina ligure: aratri, zappe, forconi e strumenti per la lavorazione dell’olio e del grano, testimonianza di un passato rurale prezioso e ancora vivo nella memoria degli abitanti.

Valloria, un tempo municipio autonomo noto come Valloria Marittima fino al 1928, si inserisce nel contesto della regione Liguria, territorio ricco di storia e di cultura. La Liguria, con il suo capoluogo Genova e una popolazione di oltre un milione e mezzo di abitanti, è famosa per la sua costa mozzafiato e le sue piccole realtà urbane di grande fascino.
Il borgo si trova a 437 metri sul livello del mare, in un’area che storicamente è stata contesa tra diverse famiglie nobiliari e feudi, fino all’inserimento nel Ducato di Savoia. La Liguria, regione di origine della Repubblica di Genova, è nota anche per la sua ricca tradizione artistica e culturale, che si riflette nelle sue località costiere e nell’entroterra, dove Valloria rappresenta un esempio di rinascita culturale e valorizzazione del patrimonio locale.
Un’esperienza culturale e artistica da vivere tutto l’anno
Anche se il periodo consigliato per visitare il borgo delle porte dipinte è settembre, grazie al clima mite e all’atmosfera raccolta dopo la stagione estiva, Valloria è aperta e visitabile in ogni stagione. Le sue opere continuano a essere fonte di ispirazione e attrazione turistica, testimoniando come l’arte possa essere veicolo di identità e rinascita sociale anche in un piccolo centro di montagna.
La combinazione di arte contemporanea, tradizione ligure e paesaggio rurale fa di Valloria una meta imperdibile per chi desidera scoprire un’Italia meno conosciuta, fatta di colori, storia e cultura popolare. La possibilità di visitare un museo diffuso, che si snoda lungo le sue strade e che si rinnova ogni anno grazie a nuovi artisti, rende il borgo un esempio virtuoso di come l’arte possa rivitalizzare luoghi dimenticati.