
Perché non dovresti comprare questi dispositivi ai tuoi figli - Fashionblog.it
Il rischio è troppo grande, perché non dovresti mai comprare uno di questi dispositivi a tuo figlio e tutto quello che c’è da sapere.
L’adozione degli smartwatch per bambini nelle scuole elementari continua a crescere, presentandosi come uno strumento utile per la comunicazione e la sicurezza.
Tuttavia, un recente studio ha messo in luce rischi considerevoli legati alla privacy e alla sicurezza informatica di questi dispositivi, che mettono a rischio i più piccoli.
Indagine approfondita sulle vulnerabilità degli smartwatch per bambini
Il mensile svizzero per i consumatori K-Tipp, in collaborazione con l’azienda di cybersecurity Compass Security, ha realizzato un’indagine dettagliata su undici modelli di smartwatch dedicati ai bambini, spaziando da dispositivi economici di origine cinese fino all’Apple Watch SE. L’obiettivo era valutare l’affidabilità e la sicurezza di questi dispositivi, oggi sempre più diffusi in ambito scolastico. I risultati si sono rivelati allarmanti: sei modelli su undici presentavano vulnerabilità critiche che permettevano a soggetti esterni di ascoltare le conversazioni dei bambini in modo illecito.
Ancora più preoccupante è stato il caso di un dispositivo cinese che consentiva di attivare videochiamate nascoste, trasformandolo in uno strumento di sorveglianza occulto. Le falle di sicurezza non si limitano all’ascolto non autorizzato. Due modelli trasmettevano dati personali senza alcuna forma di cifratura, esponendo informazioni sensibili come le credenziali delle reti Wi-Fi. Inoltre, l’applicazione “SeTracker”, impiegata da diversi orologi, utilizza la password predefinita “123456”, una vulnerabilità nota che ha già permesso in passato a malintenzionati di compromettere i dispositivi.
Mentre la Germania ha adottato un divieto esplicito sugli smartwatch per bambini in ambito scolastico, a causa di casi di spionaggio nei confronti degli insegnanti, la Svizzera e l’Italia presentano una situazione normativa meno definita. In Svizzera, l’autorità federale per la protezione dei dati ha ribadito che intercettare conversazioni private senza consenso costituisce reato, ma non esiste un divieto specifico per questi dispositivi. In Italia, invece, le normative ministeriali vietano l’uso degli smartphone nelle scuole ma non menzionano gli smartwatch, lasciando aperta una “zona grigia” normativa.

Dopo la pubblicazione dello studio, alcune catene di elettronica come Digitec Galaxus e Media Markt hanno prontamente sospeso la vendita dei modelli vulnerabili. Al contrario, Interdiscount ha attribuito la responsabilità ai produttori, mentre Amazon ha annunciato verifiche interne, continuando tuttavia a commercializzare i prodotti. Dall’indagine sono emersi solo tre modelli che hanno superato pienamente i test di sicurezza: l’Apple Watch SE, l’Xplora X6 e l’Anio 5s. Questi dispositivi rispettano le normative europee e svizzere sulla protezione dei dati, trasmettendo le informazioni in modo criptato e garantendo un elevato livello di sicurezza.
Oltre ai fattori tecnici, l’indagine ha acceso un dibattito etico e sociale riguardo all’opportunità di sottoporre i bambini a un controllo GPS costante. L’Incaricato federale svizzero per la protezione dei dati ha sottolineato l’importanza del diritto alla privacy anche per i più piccoli, evidenziando come un monitoraggio continuo possa risultare sproporzionato e limitare la loro libertà.
Nell’ambito scolastico, molti dirigenti in Svizzera e in Italia stanno scoraggiando l’uso degli smartwatch, citando non solo i rischi di distrazione durante le lezioni, ma anche la possibilità che tali dispositivi vengano utilizzati per attività di sorveglianza non autorizzata all’interno delle aule. La richiesta rivolta alle famiglie è quindi di lasciare questi orologi intelligenti a casa per tutelare l’ambiente educativo e la privacy di tutti gli studenti.