
Indagine internazionale sui cereali per bambini (www.fashionblog.it)
Un’indagine recente condotta dall’associazione statunitense Moms Across, ha portato alla luce un dato preoccupante.
I cereali per la colazione destinati ai bambini venduti in Europa presentano livelli di glifosato e pesticidi significativamente più alti rispetto a quelli commercializzati negli Stati Uniti. Questo risultato contraddice le aspettative, poiché l’Europa è da sempre considerata più rigorosa in termini di regolamentazioni su additivi e sostanze chimiche negli alimenti.
Moms Across America ha analizzato sette tipi di cereali per bambini molto diffusi in Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania, affidandosi a un laboratorio indipendente accreditato negli Stati Uniti con metodologie di screening quali ELISA e, in alcuni casi, LC/MS/MS. Anche se l’Italia non è stata inclusa nei test, i dati raccolti indicano che i prodotti europei mostrano una contaminazione più elevata da pesticidi, in particolare da glifosato, rispetto a quelli americani.
Zen Honeycutt, direttrice di MAA, ha espresso grande sorpresa: «Siamo rimasti scioccati nel trovare livelli più elevati di glifosato, soprattutto nei cereali del Regno Unito e della Francia, e in assoluto nei cereali tedeschi. Ci aspettavamo il contrario. Ora chiediamo un dialogo internazionale per fermare l’uso del glifosato».
Tra i risultati più inquietanti si segnalano:
– Nel Regno Unito, i fiocchi d’avena Quaker Oatmeal Sweet Cinnamon contenevano 513 ppb di glifosato, superando di oltre 5.100 volte la soglia (0,1 ppb) che, in studi su animali, ha mostrato danni agli organi e alterazioni ormonali.
– In Francia, i Nestlé Cookie Crisp hanno raggiunto 732 ppb, un valore sette volte superiore ai limiti massimi di residuo stabiliti dalla legge francese e 7.300 volte oltre i livelli considerati dannosi dalla letteratura scientifica.
– In Germania, il porridge Dr. Oetker Vitalis Classic presentava 17 ppb, mentre i Kellogg’s Choco Krispies raggiungevano 50 ppb.
– Negli Stati Uniti, il 90% dei prodotti testati risultava contaminato, ma con concentrazioni più basse: gli Honey Nut Cheerios di General Mills mostravano 11 ppb, e i Cocoa Krispies di Kellogg’s 7,3 ppb.
Un elemento particolarmente allarmante è la presenza di glifosato anche in alcuni cereali biologici americani, sollevando dubbi riguardo a possibili pratiche di etichettatura ingannevole.
Il glifosato: un erbicida controverso e ampiamente utilizzato
Il glifosato è un erbicida sistemico introdotto negli anni Settanta dalla Monsanto con il nome commerciale Roundup. È il diserbante più diffuso al mondo, utilizzato soprattutto grazie alla sua efficacia nel distruggere le erbacce senza danneggiare le colture geneticamente modificate resistenti. Il suo meccanismo d’azione consiste nell’inibire un enzima chiave della via dello shikimato, essenziale per la sintesi di alcuni aminoacidi nelle piante.
Nonostante una bassa tossicità acuta per l’uomo, il glifosato è al centro di un acceso dibattito scientifico e politico. Nel 2015, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato il glifosato come “probabilmente cancerogeno per l’uomo” (categoria 2A), basandosi su evidenze limitate nell’uomo ma sufficienti negli animali. Al contrario, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), insieme a Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), FAO e Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (ECHA), ha più volte ribadito che è improbabile che il glifosato rappresenti un rischio cancerogeno per l’uomo, pur riconoscendo la necessità di monitorare attentamente i residui nei cibi.
Recentemente, a novembre 2023, l’approvazione per l’uso del glifosato nell’Unione Europea è stata rinnovata fino al 2033, con restrizioni, tra cui il divieto di coformulanti tossici come l’ammina di sego polietossilata. In Italia, il suo impiego è limitato in aree frequentate da bambini e popolazione vulnerabile.

L’esposizione al glifosato è particolarmente critica per i bambini, che consumano cereali in quantità significative rispetto al loro peso corporeo e spesso in più porzioni giornaliere. Lo studio di MAA indica che l’esposizione cumulativa agli erbicidi presenti nei cereali può superare le soglie considerate sicure.
Numerose ricerche scientifiche hanno associato anche basse dosi di glifosato a:
– malattie epatiche non alcoliche
– squilibri endocrini
– difetti congeniti, aborti spontanei e parti prematuri
– danni neurologici
– aumento del rischio di vari tipi di cancro
Oltre al glifosato, nell’inchiesta sono stati rilevati residui di clormequat, un pesticida vietato negli Stati Uniti per la sua tossicità riproduttiva, presente in 11 dei 14 cereali più diffusi negli USA. Questo conferma che l’esposizione dei bambini a residui chimici è multidimensionale e non riguarda un solo principio attivo.