
Perché la forfora si intensifica in autunno - Fashionblog.it
In autunno, è comune osservare un aumento della forfora che, oltre a essere un fastidio estetico, può indicare squilibri del cuoio capelluto.
Questo fenomeno è legato a diversi fattori fisiologici e ambientali che si accentuano proprio in questa stagione. La conoscenza delle cause, dei rimedi e delle strategie preventive è fondamentale per gestire efficacemente la problematica.
Il passaggio dalla stagione estiva a quella autunnale comporta un brusco cambiamento delle condizioni climatiche, con un calo delle temperature e una significativa riduzione dell’umidità ambientale. Questi sbalzi determinano un effetto disidratante sul cuoio capelluto, che tende a seccarsi, favorendo la formazione di squame bianche accompagnate da prurito e irritazione.
A differenza della pelle del viso, spesso oggetto di cura e idratazione, il cuoio capelluto viene frequentemente trascurato, nonostante la sua salute sia cruciale per il benessere dei capelli. La pelle secca o infiammata compromette il funzionamento ottimale dei follicoli piliferi, rendendo i capelli più fragili e spenti. La forfora autunnale è quindi un fenomeno tipico, spesso temporaneo ma fastidioso, che tende a manifestarsi con maggiore intensità proprio in questo periodo.
Le cause principali alla base della forfora
La forfora non ha un’origine unica, ma è il risultato di molteplici fattori che possono agire singolarmente o in combinazione:
- Proliferazione del lievito Malassezia furfur: questo fungo, normalmente presente nella flora cutanea di oltre il 90% degli adulti, diventa patogeno quando si verifica un eccesso di produzione di sebo o un’alterazione dell’equilibrio cutaneo. La Malassezia furfur metabolizza gli acidi grassi presenti nel sebo, rilasciando sostanze irritanti che causano infiammazione e desquamazione.
- Pelle secca: il clima autunnale, più freddo e secco, può accentuare la secchezza cutanea, provocando la cosiddetta forfora secca, caratterizzata da squame fini e prurito intenso.
- Pelle grassa e dermatite seborroica: in presenza di un’eccessiva produzione di sebo, la forfora si presenta come squame più grandi, untuose e giallastre. Questa forma è spesso associata a un’infiammazione del cuoio capelluto e a un arrossamento cutaneo.
- Psoriasi: una patologia infiammatoria cronica che può interessare il cuoio capelluto, provocando placche spesse, prurito e desquamazione.
- Dermatite da contatto: causata da cosmetici o shampoo aggressivi o non adatti, che possono irritare il cuoio capelluto e scatenare la forfora.
- Abitudini scorrette di lavaggio: lavaggi troppo frequenti con prodotti aggressivi possono seccare e irritare la pelle, mentre lavaggi poco frequenti favoriscono l’accumulo di sebo e cellule morte.
- Fattori generali: stress psicofisico, dieta squilibrata, indebolimento del sistema immunitario e condizioni patologiche possono aggravare o scatenare la forfora.

La relazione tra dieta e salute del cuoio capelluto è ormai riconosciuta da molti dermatologi. Una dieta equilibrata, ricca di nutrienti essenziali, può contribuire a migliorare la condizione della pelle e a ridurre la formazione di forfora.
Alimenti consigliati includono:
- Pesce azzurro, alghe e semi di lino: fonti preziose di omega-3 e omega-6, acidi grassi essenziali con azione antinfiammatoria.
- Frutta e verdura colorata: ricche di vitamine antiossidanti come A, C ed E, che proteggono la pelle dai danni ossidativi.
- Frutta secca e semi oleosi: apportano acidi grassi essenziali e vitamina E, fondamentali per la rigenerazione cellulare.
- Alimenti ricchi di zinco e selenio: come crostacei, carne magra e uova, elementi chiave per la salute cutanea.
- Yogurt e cibi fermentati: per la presenza di probiotici che supportano il sistema immunitario e le difese naturali della pelle.
Al contrario, è opportuno limitare:
- Consumo di fast food, fritti e prodotti industriali ricchi di grassi trans.
- Carni grasse, insaccati e latticini ad alto contenuto lipidico.
- Alcolici, che peggiorano la disidratazione cutanea.
- Alimenti che possono causare intolleranze o allergie, come il lattosio in soggetti predisposti.
