
La presenza del talco nei cosmetici: prodotti a rischio e diffusione(www.fashionblog.it)
Il talco, ingrediente largamente impiegato in cosmetici come ombretti, ciprie, blush e fondotinta, continua a destare preoccupazioni.
Dopo anni di dibattiti focalizzati principalmente sul rischio di contaminazione da amianto, noto cancerogeno, recenti studi e valutazioni hanno portato a un riallineamento delle classificazioni internazionali riguardo al talco stesso. Nel luglio 2024, infatti, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha ricollocato il talco come “probabilmente cancerogeno per l’uomo” (Gruppo 2A), indipendentemente dalla presenza di contaminanti. Parallelamente, il Comitato per la Valutazione del Rischio (RAC) dell’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (ECHA) ha proposto di inserirlo nella categoria 1B, considerata presuntivamente cancerogena.
Il talco è un minerale utilizzato in ambito cosmetico per le sue proprietà assorbenti e per migliorare la texture dei prodotti, rendendo la pelle più setosa. È presente in molti cosmetici di largo consumo, in particolare:
- Ciprie
- Blush e fard
- Ombretti e terre abbronzanti
- Illuminanti e highlighter in polvere
- Fondotinta in polvere
- Prodotti per bambini
Un’indagine recente condotta su alcuni prodotti di uso quotidiano, inclusi quelli utilizzati da consumatrici italiane, ha confermato che il talco è ancora molto diffuso. In molti cosmetici di marchi noti, tra cui Debby Blush Experience, Bronzel Hoola Benefit, Mattifying compact powder Essence, Palette Catrice, Ultimate warm neutrals Nyx e Palette di ombretti Revolution, la dicitura “Talc” compare tra i primi ingredienti, spesso in posizione predominante, segno della sua alta concentrazione nella formula.
Verso il divieto: tempistiche e alternative nel settore cosmetico
Le autorità europee stanno ancora valutando ufficialmente la riclassificazione del talco. La decisione definitiva potrebbe arrivare entro i primi mesi del 2026. Nel caso in cui la classificazione come sostanza cancerogena di categoria 1B venga confermata, è probabile che il suo utilizzo nei cosmetici venga vietato in tutta l’Unione Europea entro la fine del 2027, tenendo conto dei tempi tecnici necessari per l’adeguamento normativo.
Nel frattempo, diverse aziende cosmetiche hanno già iniziato a sostituire il talco con ingredienti più sicuri, come l’amido di mais, per rispondere alle preoccupazioni crescenti dei consumatori e anticipare le normative in arrivo.

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In attesa di decisioni legislative definitive, la strategia più prudente per i consumatori è limitare l’uso di prodotti contenenti talco. Per farlo, è fondamentale:
- Controllare sempre l’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) sulle etichette, cercando la voce “Talc”.
- Prestare particolare attenzione a ciprie, blush, ombretti e terre abbronzanti, categorie in cui il talco è comunemente utilizzato.
- Prediligere cosmetici con formulazioni talc-free, sempre più disponibili sul mercato.
Queste precauzioni sono raccomandate anche dagli esperti, considerata la classificazione della IARC e le evidenze scientifiche emergenti.
Il contesto internazionale: dalle valutazioni IARC alle cause legali
L’IARC, agenzia specializzata dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) con sede a Lione, è un punto di riferimento internazionale per la valutazione della cancerogenicità di agenti chimici e biologici. La sua classificazione si basa su una rigorosa revisione della letteratura scientifica e distingue gli agenti in quattro gruppi, dal cancerogeno certo (Gruppo 1) al non classificabile (Gruppo 3). La recente riclassificazione del talco al Gruppo 2A sottolinea la crescente evidenza di un rischio potenziale, anche in assenza di amianto.
Parallelamente, la multinazionale Johnson & Johnson, uno dei principali produttori di prodotti a base di talco come il noto borotalco Johnson’s Baby Powder, è stata coinvolta in numerose cause legali negli Stati Uniti. Dal 2016 a oggi, l’azienda ha affrontato migliaia di denunce da parte di consumatrici che hanno sviluppato tumori alle ovaie attribuiti all’uso prolungato dei suoi prodotti. Nel 2024 Johnson & Johnson ha annunciato un accordo da 6,5 miliardi di dollari per risolvere la maggior parte dei contenziosi legati al talco.