
Piante Balcone, diventano bellissime in primavera se usi questo trucco - fashionblog.it
L’acqua di cottura della pasta può essere riutilizzata per irrigare le piante, ma solo se senza sale. Contiene amido e nutrienti utili: ecco come conservarla, dosarla e quali accortezze seguire.
Quando si scola la pasta, molti versano via l’acqua calda senza pensarci due volte. Eppure, se non è salata, può essere riutilizzata in modo utile e sicuro per le piante. L’amido rilasciato durante la bollitura, insieme ad altri microelementi contenuti nei cereali, contribuisce a migliorare la salute del terreno e a sostenere la crescita di fiori e ortaggi. Un piccolo gesto, semplice e quotidiano, che può trasformarsi in una forma di irrigazione naturale, economica e a impatto zero.
Cosa contiene l’acqua della pasta e perché fa bene al terreno
Durante la cottura, la pasta rilascia nell’acqua una parte del suo amido, una sostanza che può rendere il suolo più attivo e ricettivo ai nutrienti. Non si tratta di un fertilizzante diretto, ma di un composto che stimola i microrganismi utili, favorendo l’assorbimento da parte delle radici. Per questo, se usata con criterio, l’acqua della pasta può migliorare la qualità del suolo e sostenere lo sviluppo delle piante in vaso o in giardino.

Attenzione però: il sale è nemico delle radici. Anche quantità minime possono accumularsi nel terreno, alterare l’equilibrio idrico e rendere difficile la vita delle piante. Perciò, se si prevede di usare l’acqua sul verde, conviene cuocere la pasta senza sale, e aggiungerlo successivamente nel piatto. Un accorgimento semplice che fa la differenza.
In alternativa, si può destinare all’irrigazione solo una parte dell’acqua usata per la cottura, prelevata prima di salare. Questo sistema richiede attenzione, ma consente di non sprecare nulla e di continuare a cucinare secondo abitudini consolidate.
Come usarla, conservarla e quali piante la tollerano meglio
Una volta scolata, l’acqua va fatta raffreddare completamente. Solo allora può essere versata direttamente alla base delle piante, evitando il contatto con le foglie e i ristagni. Il consiglio è quello di usare piccole quantità a intervalli regolari, proprio come si fa con l’acqua piovana raccolta. I vasi piccoli richiedono dosi minime: una tazzina basta per molte piante d’appartamento.
Per piante più esigenti, come le felci o le tropicali, è possibile anche nebulizzare leggermente sulle foglie, usando un vaporizzatore a getto fine. In questo caso, è meglio fare una prova su una foglia sola, per verificare la reazione. Alcune piante non gradiscono l’umidità prolungata sulla superficie fogliare e possono sviluppare muffe o funghi.
Chi preferisce, può diluire l’acqua di cottura con acqua normale, in proporzione di uno a uno. Questa soluzione riduce il rischio di eccesso di amido e la rende più adatta a piante delicate. È anche un buon sistema per “distribuire” i benefici su più vasi.
Se avanza, si può conservare per non più di 4 o 5 giorni in una bottiglia chiusa, meglio se tenuta in frigo. Dopo questo periodo, l’acqua tende a fermentare e può iniziare a puzzare. Non è tossica, ma può attirare insetti e compromettere il substrato. Per questo è meglio usarla fresca, magari raccogliendola in un contenitore dedicato e impiegandola in giornata o al massimo il giorno successivo.
Importante: mai usare acqua che contenga residui di olio, burro o sapone. Anche piccole tracce possono danneggiare le radici e modificare l’equilibrio del terriccio. Prima di usarla, assicurarsi che la pentola sia pulita e priva di grassi, soprattutto se si sono aggiunti condimenti durante la cottura.
Infine, da non trascurare l’acqua di cottura delle verdure, se non salata. Contiene spesso calcio, magnesio, ferro e altre sostanze benefiche, specie se si sono cucinati spinaci, carote, cavoli o patate. Anche in questo caso, si può usare a temperatura ambiente, con le stesse modalità: in piccole dosi, lontano dalle ore più calde e preferibilmente al mattino.
Un metodo semplice per nutrire il verde e risparmiare risorse, evitando di buttare un liquido che può tornare utile, ogni giorno.