Estate tempo di frutta e verdura ma evita questi 12 cibi: sono straricchi di pesticidi e fanno malissimo

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Nella lista 2025 della “Sporca dozzina” spiccano more e patate tra gli alimenti più contaminati da pesticidi secondo l’EWG: i dati USDA e i consigli per evitare l’esposizione.
Negli Stati Uniti, il mese di giugno 2025 ha portato alla pubblicazione della nuova edizione della “Sporca dozzina”, l’elenco aggiornato dei 12 alimenti con i più alti livelli di pesticidi secondo l’Environmental Working Group (EWG). L’analisi si basa su oltre 53.000 campioni raccolti dal Dipartimento dell’Agricoltura americano (USDA), con test condotti su frutta e ortaggi comunemente consumati, lavati o sbucciati come avviene nella preparazione domestica. Quest’anno l’attenzione si concentra su due alimenti che tornano o compaiono per la prima volta nella lista: le more, consumate spesso da bambini, e le patate, trattate con sostanze bandite in Europa.
Le due new entry nella lista e i dati preoccupanti rilevati nei campioni
Per la prima volta, le more entrano nella “Sporca dozzina”, con un dato che ha attirato l’attenzione dei ricercatori: il 93% dei campioni analizzati risultava contaminato, in media, da quattro diversi pesticidi per frutto. Tra le sostanze rilevate figurano fungicidi e insetticidi noti per la loro persistenza e tossicità. Un risultato considerato critico, soprattutto perché si tratta di un frutto spesso consumato da bambini, popolari nelle merende estive e nei dolci fatti in casa.
Ritornano anche le patate, assenti dall’elenco per qualche anno, ma ora segnalate per la presenza del clorprofam, un fitoregolatore vietato in Europa dal 2019. Questo composto chimico viene applicato dopo la raccolta per evitare che le patate germoglino durante la conservazione. Il suo utilizzo prolungato negli USA rappresenta una fonte diretta di esposizione alimentare, perché il trattamento avviene poco prima della vendita al dettaglio.

L’elenco completo della “Sporca dozzina” 2025 comprende, in ordine, spinaci, fragole, cavolo riccio, uva, pesche, ciliegie, nettarine, pere, mele, more, mirtilli e patate. Per ciascun alimento sono state rilevate almeno quattro sostanze chimiche differenti, fatta eccezione per le patate, dove si segnala la presenza dominante di un singolo pesticida, ma in concentrazioni diffuse.
Come limitare i pesticidi nella dieta quotidiana
Lo scopo dichiarato dell’EWG non è generare panico, ma offrire una guida concreta per i consumatori, con un’attenzione particolare alle famiglie con bambini. Alexis Temkin, responsabile scientifica del gruppo, ha ricordato che il passaggio a una dieta più vicina al biologico, anche solo parziale, può ridurre in modo sensibile la presenza di pesticidi nell’organismo umano.
Chi non può acquistare solo prodotti biologici può orientarsi sulla lista dei Clean Fifteen, i quindici alimenti considerati più sicuri sotto il profilo dei residui chimici. Tra questi si trovano ananas, mais dolce, avocado, papaia, cipolle, piselli congelati, asparagi, cavolfiori, anguria, carote, banane, funghi, kiwi, manghi e cavolo.
In quasi il 60% dei campioni testati di questi prodotti non sono stati rilevati residui rilevabili di pesticidi, e solo in rari casi si è osservata la presenza di più sostanze contemporaneamente. Questo li rende una scelta più sicura, soprattutto per chi vuole ridurre l’esposizione ai composti più controversi.
Il lavaggio accurato di tutta la frutta e verdura fresca, anche quella biologica, resta una delle raccomandazioni principali. La FDA consiglia di sciacquare ogni prodotto sotto acqua corrente per almeno 15-20 secondi, strofinandolo delicatamente a mano o con una spazzolina. Questa semplice operazione aiuta a rimuovere i residui superficiali, pur non potendo eliminare completamente le molecole assorbite dalla pianta.
Alcune associazioni di categoria, come l’Alliance for Food and Farming, hanno criticato la pubblicazione della lista, definendola fuorviante. Ricordano che tutti i prodotti venduti rispettano i limiti di legge stabiliti dalle autorità sanitarie.
La “Sporca dozzina”, però, continua a essere una risorsa ampiamente consultata dai consumatori che cercano informazioni trasparenti sulla qualità dei prodotti che acquistano ogni giorno. Una fotografia realistica della presenza di pesticidi nel cibo, utile per scegliere con più consapevolezza cosa portare in tavola.