
Vacanze da incubo, rischi gravi infezioni se ti fai il bagno qui - fashionblog.it
Il 32% dei campioni d’acqua analizzati da Legambiente è oltre i limiti di legge. Foci, canali e corsi d’acqua sono i punti più critici. In forte ritardo anche la comunicazione ai bagnanti.
Le acque italiane – marine e lacustri – continuano a mostrare segnali preoccupanti di inquinamento. I dati raccolti da Legambiente con le storiche campagne Goletta Verde e Goletta dei Laghi, giunte nel 2024 alla 37esima e 18esima edizione, mostrano come la situazione resti critica in molte aree del Paese. A fronte di oltre 380 campioni prelevati, emerge un quadro in cui quasi un punto ogni 78 chilometri di costa risulta contaminato oltre la soglia consentita dalla normativa vigente.
Più di 200 volontari hanno prelevato campioni in 18 regioni e da 40 laghi, per un totale di 262 punti sulla costa e 125 su acque interne. I test microbiologici si sono concentrati sulla presenza di Enterococchi intestinali ed Escherichia coli, indicatori diretti di inquinamento fecale e mala gestione degli impianti di depurazione.
Mari e coste: 3 campioni su 10 sono fuori norma e i cartelli mancano
Nel dettaglio, il 32% dei 387 campioni complessivi è risultato contaminato oltre i limiti stabiliti. Su 262 punti monitorati lungo le coste, il 30% è stato classificato come fortemente inquinato, mentre il 6% ha superato i limiti in modo meno marcato. Le aree più colpite sono quelle in prossimità di foci, canali e corsi d’acqua che riversano a mare, da sempre zone sensibili e soggette a scarichi.

Oltre all’inquinamento, c’è un altro problema evidente: l’assenza quasi totale di informazioni per i bagnanti. Solo nel 15% dei punti visitati i volontari hanno riscontrato la presenza del cartello informativo obbligatorio sulla qualità delle acque. Una grave mancanza, visto che la legge impone da anni la segnalazione visibile dello stato delle acque nei luoghi balneabili. In molte spiagge italiane, quindi, i cittadini fanno il bagno senza sapere se quelle acque siano sicure o no.
Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha definito la maladepurazione una “emergenza cronica” che non solo compromette mari e laghi, ma peserà anche sulle finanze pubbliche a causa delle sanzioni europee già attive e di quelle in arrivo. “Non possiamo permetterci di restare indietro,” ha dichiarato, indicando la crisi climatica come ulteriore fattore accelerante.
Laghi italiani: foci inquinate e prelievi oltre soglia in un campione su quattro
I controlli eseguiti nell’ambito della Goletta dei Laghi hanno coinvolto 40 laghi distribuiti sul territorio nazionale. I 125 campioni prelevati mostrano che nel 23% dei casi le acque risultano inquinate o fortemente inquinate, pari a 29 campioni fuori norma.
Il problema, anche qui, si concentra in particolare nelle foci dei canali e dei corsi d’acqua: il 48% dei prelievi è avvenuto in prossimità di questi punti e uno su tre ha superato i limiti di legge. Meglio le acque prelevate a centro lago, dove solo il 14% dei campioni è risultato contaminato oltre soglia. Anche in questo contesto, la situazione richiama l’attenzione sulla mancanza di manutenzione dei sistemi di scarico, sull’inefficienza degli impianti di depurazione e sull’impatto crescente del cambiamento climatico.
I laghi, spesso considerati risorse idriche più “stabili”, stanno invece dimostrando fragilità diffuse, soprattutto laddove le foci dei torrenti agiscono come collettori di sostanze inquinanti. Secondo i tecnici di Legambiente, serve una revisione urgente delle strategie di controllo e prevenzione, con interventi strutturali e piani d’azione locali, capaci di agire su scala territoriale e puntuale, partendo proprio dai punti critici evidenziati dalle analisi.