
Capsule del tempo, ce ne sono sparse per tutto il mondo - fashionblog.it
Nel Nebraska è stata aperta una capsula del tempo sepolta nel 1975: al suo interno lettere, foto, audiocassette e una Chevrolet Vega. Ecco cosa raccontano questi contenitori storici.
Nel cuore del Nebraska, a Seward, una capsula del tempo sigillata nel 1975 è stata finalmente aperta nel giorno dell’Indipendenza americana, dopo cinquant’anni esatti. L’iscrizione era chiara: “Do not open until 4th July 2025”, e per completare l’apertura sono serviti tre giorni di lavoro. All’interno, un frammento autentico degli anni Settanta: lettere, fotografie, audiocassette, vestiti, e un oggetto inaspettato, una Chevrolet Vega gialla. Per anni, questa capsula ha detenuto il titolo di più grande al mondo, proprio per la presenza di un’automobile. Oggi, il primato è stato superato da una capsula nel Regno Unito, entrata nel Guinness dei Primati. Il fascino di questi contenitori, progettati per essere aperti in futuro, sta nella loro capacità di conservare tracce del presente. E la storia delle capsule del tempo è ben più antica di quanto si pensi.
Le prime capsule documentate e quelle riemerse per caso
Il termine “capsula del tempo” nasce negli Stati Uniti alla fine degli anni ’30, ma il concetto è più antico. In Polonia, nel 1726, fu ritrovata una valigia con documenti, denaro e oggetti personali, destinata alle generazioni future. A Boston, nel 1761, alcuni oggetti furono inseriti nella banderuola della storica Faneuil Hall, mentre nel 1795 fu seppellita una capsula aggiornata nel 2015, ora conservata in parte al Museum of Fine Arts.

Una delle storie più sorprendenti arriva dal MIT di Boston, dove nel 2015, durante lavori di scavo, fu rinvenuta una capsula sigillata nel 1957. Di forma cilindrica e trasparente, fu realizzata da un gruppo di professori. Conteneva una fiala di penicillina sintetica, un superconduttore Cryotron, oggetti scientifici dell’epoca e una lettera per il futuro. Il contenitore era riempito con argon, un gas usato per conservare nel tempo. Dopo l’analisi, la capsula è stata reinterrata per rimanere sigillata fino al 2957.
Nel 2017, in Spagna, una piccola statua lignea del Cristo custodiva un messaggio scritto nel 1777, con riflessioni su politica, religione e cultura dell’epoca. Un esempio curioso di come una capsula del tempo possa assumere forme diverse, a volte mimetizzate negli oggetti più impensabili.
La capsula del tempo che verrà aperta nel 8113 e quelle dimenticate
La più ambiziosa delle capsule conosciute si trova ad Atlanta, nella Oglethorpe University. Viene chiamata Crypt of Civilization ed è una vera e propria stanza sigillata: sei metri di lunghezza, tre di larghezza e tre di altezza. Fu ideata dallo storico Thornwell Jacobs nel 1936 per essere aperta il 28 maggio 8113. La data fu scelta per riequilibrare simbolicamente la distanza temporale dalla prima data storica egizia nota, il 4241 a.C., a oggi. All’interno, documenti su microfilm, dispositivi elettronici, registrazioni vocali, libri e oggetti rappresentativi dell’epoca. Una biblioteca per il futuro, ideata per dare un quadro fedele della civiltà del Novecento.
Secondo l’International Time Capsule Society, esistono capsule documentate in ogni continente, ma molte sono andate perdute. In Italia, se ne trovano diverse: una nel Castello di Pergine Valsugana (Trento), una al Cassero Senese di Grosseto, un’altra a Parma, nel giardino del Convitto Nazionale Maria Luigia. In Inghilterra, si racconta di una capsula sepolta nell’800 sotto la Blackpool Tower, ma non è mai stata ritrovata. A Corona, in California, si parla di 17 capsule interrate in epoche diverse: anche in questo caso, però, nessuna è mai stata localizzata con certezza.
Nonostante la difficoltà nel tracciarle, le capsule del tempo continuano a rappresentare un gesto simbolico forte: raccontare chi siamo oggi a chi verrà dopo. Una dichiarazione di esistenza, fatta non solo per restare nella storia, ma per dialogare col futuro, anche quando chi ha lasciato quei segni non sarà più qui per rispondere.
