
La ratio e le novità del ravvedimento speciale (www.fashionblog.it)
Nuova sanatoria, buone notizie per tutti quelli che hanno i debiti con il Fisco: pagherai solo una parte e senza sanzioni o interessi.
Arrivano importanti novità per i contribuenti italiani che si trovano in difficoltà con il Fisco: nel 2026 potrebbe essere varata una nuova pace fiscale articolata su due fronti, con l’obiettivo di agevolare il pagamento dei debiti tributari senza incorrere in sanzioni e interessi eccessivi.
Il Governo sta infatti progettando una soluzione a doppio binario, comprendente una rottamazione quinquies dedicata ai debiti di importo elevato e un saldo e stralcio semplificato per quelli di entità più contenuta, ma con accesso condizionato a requisiti stringenti.
La rottamazione quinquies: la nuova frontiera per i grandi debitori
Al centro della proposta c’è la rottamazione quinquies, una definizione agevolata che consentirà ai contribuenti con cartelle esattoriali ingenti di dilazionare il pagamento fino a 120 rate mensili, corrispondenti a un arco temporale di 10 anni. Questa misura non sarà però estesa a tutti indistintamente, come nelle edizioni precedenti: si punta a una selezione mirata, riservata esclusivamente a chi ha debiti superiori a 50.000 euro. Questa decisione nasce dall’esigenza di sostenere concretamente chi si trova in reale difficoltà economica, evitando però squilibri nei conti pubblici.
La proposta originaria prevedeva un accesso più ampio, comprendente debiti dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023, ma la necessità di rendere la misura sostenibile ha portato a stringere i criteri e a introdurre correttivi. Un aspetto rilevante in fase di definizione è il meccanismo di pagamento: non ci saranno più rate uguali e leggere come nella precedente rottamazione ter, bensì una maxi-rata iniziale pari al 5% del debito complessivo, per garantire un primo rientro rapido nelle casse dello Stato. Solo in seguito scatteranno rate mensili più contenute. Questa proposta è stata promossa dal deputato Alberto Gusmeroli e dal senatore Massimo Garavaglia, sotto la guida del Ministro dell’Economia Maurizio Leo, che ha sottolineato la volontà di sostenere chi è in difficoltà senza ricorrere a condoni generalizzati.
Parallelamente alla rottamazione quinquies, è allo studio il rilancio del saldo e stralcio, misura pensata per chi ha debiti di importo ridotto e si trova in condizioni economiche particolarmente precarie. Già sperimentata con successo nella Legge di Bilancio 2019, questa definizione agevolata potrebbe tornare nel 2026 in una versione aggiornata, che permette di chiudere i conti con il Fisco pagando solo una parte del debito, senza l’aggiunta di sanzioni o interessi. L’accesso, però, sarà rigorosamente limitato: si parla di debiti complessivi inferiori a 1.000 o 5.000 euro, con l’obiettivo di alleggerire il sistema da micro-cartelle difficilmente esigibili, che gravano sulla burocrazia senza produrre incassi significativi.

Non è escluso che venga introdotta una quota forfettaria fissa, consentendo al contribuente di estinguere il debito con un versamento agevolato unico. Un’ulteriore ipotesi più radicale arriva dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB), che ha avanzato la proposta di uno stralcio automatico delle cartelle di piccolo importo, cioè l’annullamento definitivo dei debiti considerati inesigibili o antieconomici da recuperare. Questa proposta, che trova fondamento nella volontà di snellire la gestione del magazzino fiscale, si basa su dati significativi: il 77% delle cartelle riguarda debiti inferiori a 1.000 euro, mentre il 94% è sotto i 5.000 euro. Gran parte dell’onere amministrativo e burocratico è quindi imputabile a crediti il cui recupero non giustifica i costi sostenuti.
L’UPB ha sottolineato come uno stralcio mirato e automatico, soprattutto per i carichi più vecchi (precedenti al 2010), potrebbe liberare risorse e personale da impiegare nella riscossione di crediti più consistenti e produttivi. Non è un’idea nuova: la Legge di Bilancio 2023 già prevedeva uno stralcio automatico per cartelle inferiori a 1.000 euro affidate tra il 2000 e il 2015, ma ora si ragiona su un intervento strutturale e graduale. A tal fine è al lavoro la Commissione Benedetti, istituita presso il MEF e presieduta dall’ex magistrato della Corte dei Conti Roberto Benedetti, che dovrà proporre entro il 31 dicembre 2025 strategie per il discarico delle cartelle fiscali più vecchie e meno produttive.
L’iter parlamentare della Legge di Bilancio 2026 sarà fondamentale per definire il destino di questa nuova pace fiscale, che dovrà bilanciare le esigenze di sostegno ai contribuenti con la necessità di mantenere la stabilità dei conti pubblici, anche in vista delle indicazioni provenienti dall’Unione Europea.