
Come capire se c'è presenza di botulino in una conserva alimentare - Fashionblog.it
Quali sono i primi sintomi da intossicazione da botulino e come intervenire subito: i primi minuti sono cruciali.
L’intossicazione da botulino è tornata a essere un tema di grande attualità, soprattutto dopo i recenti casi registrati in Calabria e Sardegna.
Questa forma di intossicazione alimentare, causata da una tossina prodotta dal batterio Clostridium botulinum, rappresenta un pericolo serio e spesso sottovalutato. Comprendere dove si sviluppa il batterio, riconoscere i primi sintomi e adottare corrette pratiche di conservazione degli alimenti è fondamentale per prevenire rischi potenzialmente letali.
Dove si trova il botulino e come si sviluppa
Gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità sottolineano che il botulino si sviluppa esclusivamente in ambienti privi di ossigeno, come ad esempio nei terreni, nei sedimenti e nella polvere, dove si presenta sotto forma di spora. Le spore possono contaminare gli alimenti, ma solo quando si trasformano in cellule vegetative si avvia la produzione della tossina responsabile dell’intossicazione. Gli alimenti a rischio sono quelli che favoriscono lo sviluppo del batterio, in particolare le conserve non adeguatamente trattate.
Tuttavia, alcune categorie di prodotti risultano sicure, tra cui: le conserve naturalmente acide o acidificate (come la passata di pomodoro e i sottaceti), le conserve con elevate concentrazioni di zucchero (marmellate e confetture) o di sale (alimenti in salamoia), e tutti gli alimenti consumati freschi. L’insorgenza della sintomatologia da botulino può essere subdola e poco specifica nelle prime ore, complicando la diagnosi precoce.
I segnali più caratteristici si manifestano generalmente entro 24-72 ore dall’ingestione del cibo contaminato e includono: visione doppia, difficoltà di messa a fuoco, difficoltà a mantenere aperte le palpebre, dilatazione delle pupille, secchezza delle fauci, difficoltà nella deglutizione e stitichezza. Nei casi più gravi, può verificarsi l’arresto respiratorio, con rischio di morte. All’apparire dei sintomi è fondamentale recarsi immediatamente in ospedale. La terapia prevede la somministrazione di un’antitossina specifica, che è efficace solo nelle prime fasi del contagio poiché agisce sulle tossine ancora presenti nel sangue e non su quelle che hanno già agito sulle terminazioni nervose. Il trattamento è sempre integrato da terapie di supporto per mantenere funzioni vitali.
Un punto cruciale per la prevenzione è la corretta preparazione e conservazione delle conserve domestiche. La semplice bollitura a 100°C non elimina le spore di Clostridium botulinum, ma distrugge la tossina già prodotta. Per questo motivo, bollire una conserva sospetta per 5-10 minuti può renderla temporaneamente sicura, a condizione che venga consumata subito dopo per evitare la germinazione delle spore.

Per preparare conserve sicure in casa è opportuno limitarsi a prodotti che non richiedano sterilizzazione, come sottaceti, alimenti in salamoia, marmellate e confetture, mantenendo rigorose norme igieniche. Prima dell’apertura, è fondamentale controllare lo stato del contenitore: tappi o capsule metalliche convessi o con il caratteristico “click clack” indicano perdita del vuoto e possibile contaminazione. In questi casi, la conserva non deve essere consumata. Dopo l’apertura, le conserve devono essere conservate in frigorifero e consumate rapidamente. Anche il freddo rallenta la degradazione degli alimenti, ma non elimina completamente il rischio di sviluppo batterico.
Se un prodotto presenta odore, colore o consistenza alterati, è indispensabile non assaggiarlo e buttarlo via. Se si sospetta di aver ingerito una conserva contaminata e si manifestano sintomi quali bocca asciutta, nausea, difficoltà nella motilità oculare, visione doppia o difficoltà ad alzare le palpebre, è cruciale mantenere la calma e rivolgersi tempestivamente al medico o al pronto soccorso più vicino, fornendo informazioni dettagliate sull’alimento consumato e il tempo trascorso dalla sua ingestione. È utile portare con sé anche il residuo o il contenitore della conserva, se disponibili.
Un elemento da sfatare è la convinzione che il congelamento elimini il rischio di botulismo: il freddo infatti può rallentare la crescita del batterio ma non distrugge le spore, che possono riprendere l’attività una volta scongelato l’alimento. Le raccomandazioni dell’ISS rimangono un punto di riferimento essenziale per la prevenzione e la gestione di questa pericolosa intossicazione alimentare, soprattutto in vista di una maggiore consapevolezza tra i consumatori e i produttori domestici.