
Super-ricchi in Italia, la classifica shock nazionale-fashionblog.it
In molti si chiedono quale sia la regione più ricca del nostro Paese, quella con più persone abbienti. Ecco di quale si tratta
L’analisi delle dichiarazioni fiscali relative all’anno 2023, recentemente pubblicata dal Dipartimento delle Finanze, mette in luce una distribuzione territoriale molto disomogenea dei contribuenti con i redditi più elevati in Italia. Su oltre 42 milioni di dichiarazioni presentate, meno di 60 mila riguardano soggetti con un reddito annuo lordo superiore a 300 mila euro, di cui un terzo si concentra nella sola Lombardia, confermando la regione come il principale polo di ricchezza del Paese.
La Lombardia si conferma la regione con il maggior numero di contribuenti ad altissimo reddito, con circa 20 mila dichiarazioni che superano la soglia dei 300 mila euro annui. Questo dato è particolarmente significativo se si considera che la regione è anche la più popolosa d’Italia, con oltre 10 milioni di abitanti, e il centro economico-finanziario del Paese, con Milano come capitale regionale. La concentrazione di grandi patrimoni e attività imprenditoriali spiega in parte questa predominanza, facendo della Lombardia un vero e proprio fulcro dell’alta redditività fiscale.
In media, i contribuenti italiani hanno dichiarato un reddito di circa 24.830 euro nel 2023, ma la forbice tra i più poveri e i più ricchi rimane molto ampia. Oltre 2,2 milioni di contribuenti, pari al 5,3% del totale, hanno dichiarato redditi inferiori a mille euro, mentre lo 0,14% della popolazione fiscale dichiara redditi superiori a 300 mila euro. La distribuzione di questi ultimi è però molto squilibrata: la Lombardia guida nettamente, mentre regioni come la Calabria risultano agli ultimi posti nella classifica della ricchezza dichiarata.
La geografia della ricchezza in Italia: un divario Nord-Sud
L’analisi territoriale evidenzia un profondo divario tra Nord e Sud Italia. Mentre la Lombardia, sulle orme della sua lunga storia di sviluppo economico e industriale, concentra un terzo dei super-ricchi, regioni meridionali come la Calabria si collocano in fondo alla classifica, con pochissimi contribuenti che dichiarano redditi sopra i 300 mila euro.

Questa disparità riflette non solo le differenze di sviluppo economico, ma anche le disparità nella struttura produttiva e nelle opportunità di lavoro.
Storicamente, la Lombardia ha rappresentato un crocevia di commercio, industria e innovazione, elementi che hanno favorito la crescita di patrimoni elevati. Milano, capitale lombarda, è inoltre uno dei principali centri finanziari europei, attraendo investimenti e professionisti di alto livello.
Al contrario, molte aree del Mezzogiorno soffrono di un tessuto economico meno dinamico, con una maggiore incidenza di lavoratori a basso reddito e una minore presenza di grandi imprese.
Implicazioni e dati di contesto
Secondo i dati ufficiali, su quasi 42,6 milioni di contribuenti si registrano livelli di reddito estremamente differenziati: una minoranza molto ristretta detiene una quota consistente della ricchezza nazionale. Il fenomeno è osservabile anche nelle diverse aliquote di imposta municipale propria (IMU) e nelle regolamentazioni fiscali locali, che variano da regione a regione e influenzano la pressione fiscale su patrimoni e immobili.
La Lombardia, con la sua densità abitativa e il numero elevato di comuni (oltre 1.500), rappresenta un esempio emblematico di come la ricchezza si concentri in aree ad alta densità economica e sociale. L’assetto amministrativo regionale, la presenza di centri urbani come Milano, e il ruolo storico della Lombardia come motore industriale e finanziario dell’Italia contribuiscono a spiegare la mappa attuale dei super-ricchi italiani.
Le informazioni fornite dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dal Dipartimento delle Finanze confermano quindi una realtà fiscale in cui pochi contribuenti dichiarano redditi molto elevati, concentrati soprattutto nel Nord, con la Lombardia in testa, mentre il Sud Italia presenta un quadro di redditi medi più bassi e una minore presenza di contribuenti con redditi altissimi.