
Quando è possibile annullare un testamento - fashionblog.it
Annullare il testamento è possibile se sussistono alcune specifiche condizioni dell’anziano: ecco quando si può attuare questo provvedimento.
La delicata questione della validità del testamento dell’anziano fragile ha trovato una nuova e significativa interpretazione giuridica con la sentenza n. 307 del 18 giugno 2025 emessa dal Tribunale di Spoleto. Il provvedimento applica il principio della “presunzione di incapacità” nei casi di persone anziane affette da declino cognitivo grave e progressivo, invertendo l’onere della prova e introducendo nuove criticità nella tutela delle ultime volontà.
La sfida della prova dell’incapacità nel testamento dell’anziano fragile
Stabilire se un individuo anziano era realmente lucido e consapevole al momento della firma di un testamento rappresenta una delle questioni più complesse per i tribunali italiani. Tradizionalmente, come previsto dall’articolo 591 del Codice Civile, il testatore ha piena facoltà di disporre dei propri beni tramite testamento, salvo che non sia stato dichiarato incapace dalla legge. L’annullamento di un testamento per incapacità naturale, ovvero per uno stato di non lucidità non formalmente accertato, imponeva fino a oggi che chi impugnava l’atto dimostrasse l’incapacità del testatore in quel preciso momento.
Questo compito si è dimostrato spesso quasi impossibile: raramente esistono testimoni o documenti medici che attestino con certezza lo stato mentale esatto nel momento della stesura del testamento. Di conseguenza, molti testamenti redatti da persone anziane e fragili sono stati riconosciuti validi, anche in presenza di sospetti deterioramenti cognitivi.

Con la sentenza del Tribunale di Spoleto, in linea con un orientamento consolidato dalla Corte di Cassazione, si introduce una presunzione logica che supera tali difficoltà probatorie. Il giudice, basandosi su relazioni mediche e documentazione clinica, può infatti accertare che il testatore soffriva di un declino cognitivo moderato-severo e che tale condizione è per sua natura degenerativa e progressiva.
Da ciò consegue che si può presumere che l’incapacità fosse presente anche nel momento della firma. Tale principio ribalta l’onere della prova: non sarà più chi contesta il testamento a dover dimostrare l’incapacità nel momento esatto della firma, bensì chi difende la validità del testamento a dover provare l’esistenza di un “intervallo di lucidità” eccezionale e temporaneo.
La sentenza del Tribunale di Spoleto chiarisce un punto cruciale: non basta che una persona anziana presenti qualche episodio di smemoratezza o comportamento atipico per annullare il testamento. La distinzione si fonda su criteri medici rigorosi:
- Decadimento lieve delle facoltà mentali, caratterizzato da anomalie comportamentali che non compromettono la capacità di volere e di giudizio: in questo caso il testamento resta valido.
- Deficienza psichica grave, accertata da relazioni mediche univoche, che indica un deterioramento profondo e irreversibile delle capacità cognitive: qui scatta la presunzione di incapacità e il testamento va annullato.
In questo contesto, le cartelle cliniche, le perizie neurologiche e le valutazioni degli specialisti assumono un ruolo centrale e decisivo nelle controversie.
Conseguenze pratiche e impatto sulla gestione ereditaria
L’annullamento di un testamento olografo per incapacità comporta che il documento sia considerato come mai esistito, facendo scattare la successione legittima secondo il Codice Civile. Così, il patrimonio del defunto sarà ripartito tra i parenti più stretti (coniuge, figli, etc.), annullando ogni vantaggio per l’erede indicato nel testamento invalidato.
Dal punto di vista pratico, questa impostazione giuridica rappresenta un’arma più efficace per chi vuole impugnare un testamento, purché sia in grado di fornire prove mediche solide di un declino cognitivo grave antecedente alla stesura. D’altra parte, gli eredi che beneficiano di un testamento redatto da un parente anziano e malato si trovano a dover dimostrare una lucidità temporanea, un compito estremamente complesso.
Per notai e avvocati, la sentenza impone una maggiore cautela nella redazione e nella ricezione di testamenti da persone anziane, suggerendo la necessità di valutazioni mediche contestuali per garantire la validità formale e sostanziale degli atti.